Ritardo del “ciclo” durante assunzione pillola

Salve, prendo la pillola Naomi da circa un anno e mezzo. Inizialmente il ciclo arrivava regolarmente al giovedì, mentre da qualche mese (dopo aver perso la verginità) mi arriva al mercoledì. Oggi, mercoledì (periodo di intervallo di sette giorni) non vi è traccia del ciclo. Sono un po’ preoccupata per questo ritardo, vi è qualche possibilità di gravidanza?

Il giorno in cui arriva il mestruo durante la settimana di sospensione può subire talvolta delle variazioni. Se il mestruo non arriva, occorre sapere se la pillola è stata assunta correttamente, cioè se non ci sono state dimenticanze, se non sono stati presi anche altri farmaci che interferiscono con i contraccettivi ormonali e se non vi sono stati episodi di vomito o dissenteria dopo l’assunzione delle compresse. In caso di assunzione corretta non c’è da preoccuparsi, mentre in caso di dubbi occorre fare un test di gravidanza o rivolgersi al proprio ginecologo.

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Domande e risposte sulla pillola anticoncezionale e altri contraccettivi ormonali

Informazioni sulla pillola e altri contraccettivi ormonali a cura delle ginecologhe ed operatrici dei consultori Cemp, Ced, Cpd.

Cosa si intende per contraccezione ormonale?

Sono composti a base di estrogeni e progestinici, o solo progestinici, che bloccano l’ovulazione, come accade in gravidanza. Si trovano in commercio in più formulazioni: la pillola, che si assume per via orale; il cerotto e l’anello vaginale che hanno altre vie di assorbimento. In questo articolo usiamo “pillola” per riferirci a tutti i contraccettivi ormonali, salvo dove specificamente indicato.

Che effetto ha la pillola sul ciclo mestruale?

Lo regolarizza, ne riduce la quantità e il dolore, infatti la si usa anche per migliorare tutti i disturbi legati al ciclo mestruale.

Quali disturbi cura?

La pillola è un valido aiuto per curare i disturbi associati a endometriosi, sindrome dell’ovaio policistico, acne e irsutismo. Può essere utile anche in caso di anemia da ferro causata da mestruazioni molto abbondanti.

In quali casi è sconsigliata?

Quando c’è una predisposizione per la trombosi venosa profonda o alle donne che fumano molto. La pillola e il fumo, se associati, possono con gli anni aumentare il rischio di trombosi. Non è indicata a chi soffre di patologie epatiche e di tumori suscettibili all’azione di ormoni. Occorre una certa cautela anche per le donne che hanno superato i 35 anni e soffrono di cefalea con aura (ovvero con sintomi legati agli organi sensitivi, che possono accompagnare la cefalea). Per questi motivi è necessario fare una valutazione della propria storia e delle proprie abitudini con  il/la ginecologo/a prima di iniziare ad usarla.

La pillola aumenta il rischio di tumori?

Le ricerche hanno dimostrato che non esiste una correlazione certa tra assunzione della pillola e tumore al seno: diverso è il caso della paziente con una storia di tumore al seno che chiede la pillola (vedi punto precedente). Inoltre è dimostrato che riduce di molto il rischio di tumori all’ovaio e all’endometrio e abbassa il rischio di tumori al colon.

La pillola fa ingrassare?

Abitualmente no. Questo sintomo è presente nelle donne che tendono ad avere ritenzione idrica prima delle mestruazioni. Le variazioni di peso sono minime e occorre valutare che non siano cambiati l’alimentazione o lo stile di vita prima di imputarle all’uso della pillola.

La pillola può far venire la cellulite?

Se una donna non è predisposta a tale disturbo la pillola non lo provoca. Può verificarsi un incremento del fenomeno nel caso in cui la donna sia già soggetta a ritenzione idrica e conduca uno stile di vita che ne favorisce l’insorgenza.

In caso di acne?

L’acne è un sintomo spesso legato alla presenza di una caratteristica ovarica, ovaio multifollicolare/micropolicistico, presente nelle donne adolescenti. In questi casi è necessario usare delle pillole adatte per migliorare questa problematica.

La pillola incide sulla fertilità?

No. Se il ciclo riprende subito regolare la fertilità riprende con lui, anche se è possibile che alla sospensione il ciclo necessiti di qualche mese  per regolarizzarsi

La pillola può far ritardare la comparsa delle mestruazioni dopo la sospensione?

La comparsa delle mestruazioni può ritardare dopo la sospensione della pillola perché deve riprendere la funzionalità ovarica. Questo sintomo è più frequente nelle donne che presentavano irregolarità mestruali già prima dell’assunzione della pillola, spesso sono donne con ovaio micropolicistico. Però può capitare che anche in donne con cicli regolari si presentino irregolarità per qualche mese.

Per quanto tempo può essere assunta la pillola?

La pillola può essere assunta per periodi molto lunghi senza con questo correre il rischio di danneggiare l’organismo della donna perché il blocco dell’ovulazione permane solo durante l’assunzione della pillola. Potrebbe essere utile concordare con il proprio medico il periodo di sospensione.

Si devono fare esami prima di iniziare l’assunzione?

Non sono necessari esami del sangue, se non per le donne con familiarità per trombosi. Sono utili, invece, il controllo della pressione, del peso e il Pap test.

Ci sono tante pillole in commercio: quale è la migliore?

Non esiste la pillola migliore, uguale per tutte. E’ consigliato chiedere e confrontarsi con il ginecologo/a e, in base alla storia personale, si valuterà insieme quale contraccettivo ormonale scegliere.

In allattamento quale pillola usare?

L’allattamento non sempre protegge da una gravidanza. Diventa necessaria una copertura contraccettiva. Le pillole a base di solo progestinico possono essere usate da tutte le donne e danno una protezione del 99%.

In quali altri casi è opportuno assumere una pillola solo progestinica?

In tutti i casi in cui la donna non può, o non voglia, assumere estrogeni. E’ bene che sia il medico a indicarlo.

Si devono osservare periodi di riposo?

I periodi cosiddetti di riposo non sono utili né necessari, anzi possono provocare, alla ripresa della pillola, degli inconvenienti legati ai fenomeni d’adattamento.

Da quando inizia l’effetto contraccettivo?

La pillola svolge da subito il suo effetto contraccettivo se è stata assunta dal primo giorno della mestruazione. L’effetto contraccettivo cessa se si dimentica e non si assume la pillola entro 12 ore di ritardo. La sicurezza contraccettiva si ha anche durante la settimana d’intervallo per le pillole da 21 giorni, poiché l’azione di blocco dell’ovulazione si mantiene per tutto il tempo durante il quale la pillola è assunta. Se tuttavia dopo il periodo d’intervallo non si ricomincia l’assunzione l’effetto contraccettivo viene immediatamente a cessare. L’anello vaginale, invece, è sicuro dopo la prima settimana del primo mese di utilizzo.

Se prendo la prima pillola del blister con un giorno di ritardo rispetto al previsto cosa succede?

Non succede nulla a livello fisiologico ma non può esserci certezza della copertura contraccettiva.
Di solito si suggerisce di usare anche un altro contraccettivo insieme alla pillola durante l’assunzione del blister
iniziato in ritardo, la copertura contraccettiva sarà di nuovo attiva dall’inizio del blister successivo.

Cosa fare se si presentano perdite di sangue durante l’uso della pillola? E’ meno sicura?

Le perdite ematiche durante l’assunzione della pillola possono essere normali in caso di assunzione di una pillola a basso dosaggio che ugualmente  mantiene la sua sicurezza contraccettiva, ma è consigliato contattare il proprio ginecologo per un eventuale cambiamento di dosaggio. Se, invece, compaiono in seguito ad errori di assunzione (dimenicanza) ,assunzione di alcuni farmaci o in caso di diarrea o vomito ingenti la pillola perde temporaneamente il suo potere contraccettivo.

Quando la pillola perde la sua sicurezza contraccettiva?

A) In caso di dimenticanza:

quando ci si dimentica di assumerne una o più di una è raccomandabile usare altre precauzioni pur continuando successivamente l’assunzione fino alla fine della confezione. Nel caso in cui la dimenticanza non supera le 12 ore non ci sono problemi. Cerotto e anello non presentano queste problematiche. Se il cerotto si stacca occorre applicarne uno nuovo.

B) In caso di vomito e/o dissenteria:

Se l’episodio di vomito accade entro 4-5 ore dall’assunzione della pillola, l’effetto di questa è nullo e si deve assumere un’altra pillola appena finito il vomito. In caso di dissenteria massiccia che si verifica nelle 4-5 ore dopo l’assunzione, vale la stessa regola. Tenere presente che si deve comunque trattare di attacchi di dissenteria ripetuti. Una sola scarica non costituisce pericolo. Vomito e dissenteria funzionano come la dimenticanza per quanto riguarda la copertura.

C) In caso di interazione con alcuni farmaci:

Alcuni farmaci diminuiscono l’effetto contraccettivo della pillola, per esempio alcuni antibiotici. Quando un medico prescrive un farmaco informarsi sempre sull’interferenza con la pillola. Chiedete anche al ginecologo/a se esistono controindicazioni per la pillola e per gli altri contraccettivi ormonali.

Esistono interferenze anche con farmaci “naturali”?

Il Carbone Vegetale riduce l’assorbimento della pillola per cui l’assunzione di questo prodotto deve essere fatta lontano da quella della pillola. Inoltre l’efficacia della pillola può essere ridotta dall’ Hypericum (pianta con effetto antidepressivo) e da prodotti a base di Millepertius.

Quali interazioni tra pillola e alcool?

Non esistono interazioni tranne nei casi di vomito.

La pillola può ridurre il desiderio sessuale?

La presenza del progesterone può ridurre il desiderio sessuale, se vi accorgeste di questo effetto informate il ginecologo/a per un eventuale cambiamento di pillola.

Ci sono effetti particolari con l’esposizione al sole?

E’ possibile che si presenti il Cloasma, macchie scure e irregolari  sul viso, come capita anche in gravidanza Immagine: By CFCF (Own work) [CC-BY-SA-3.0 (http://creativecommons.org/licenses/by-sa/3.0)], via Wikimedia Commons

La pillola contraccettiva. In Italia la più sicura non è la più economica

Le pillole contraccettive di terza e quarta generazione sono sotto indagine dell’Agenzia Europea del Farmaco (EMA) per rischio di trombosi venosa e arteriosa.

Eppure, in Italia, un silenzio di pece è calato sull’argomento da quando, a febbraio, l’EMA ha avviato l’indagine in seguito al caso di Marion Larat. La giovane donna francese ha infatti fatto causa alla Bayer dopo essere stata colpita da un attacco cerebrale che l’ha portata in coma e che l’ha lasciata con handicap gravi.

Nuove indagini confermano il doppio di rischio di trombo-embolia, legato all’uso delle pillole più recenti.

E mentre in Francia le donne ritornano alle più sicure pillole di seconda generazione o passano all’uso della spirale al rame (+ 45% in un anno), in Italia le pillole di 3° generazione, nate negli anni ’90, sono le uniche che si possano ottenere gratuitamente in quanto inserite dall’Agenzia italiana del farmaco tra i cosiddetti farmaci di “fascia A“, cioè rimborsati interamente dal sistema sanitario nazionale.

Per quale motivo il farmaco meno sicuro costa meno o è gratuito, mentre quello più sicuro dobbiamo pagarlo?

Per rispondere bisogna addentrarsi nei meccanismi del commercio di farmaci e delle regole che vi sovrintendono. Prima però dobbiamo nominare gli elementi principali di questa vicenda: gli ormoni.

Gli ormoni e le “generazioni di pillole”

3. Gestodene, desogestrel, drospirenone, dienogest, chlormadinone – sono ormoni progestinici che, in combinazione con l’elemento estrogeno, caratterizzano le pillole di terza e quarta generazione. Sono i composti sotto indagine della Commissione di farmacovigilanza dell’Agenzia europea del farmaco (PRAC) insieme ad altri ormoni progestinici che compongono cerotti (norelgestromin) e anello vaginale (etonogestrel).

2. Levonorgestrel – è l’ormone progestinico che entra, sempre insieme all’estrogeno, nella composizione delle pillole contraccetive di seconda generazione. E’ in commercio dal 1972 ma, dopo opportuna riduzione dei dosaggi, rimane il migliore. Gli studi relativi a levonorgestrel lo danno come più sicuro rispetto al rischio di trombosi. Questo ormone non è sotto indagine dell’Agenzia di farmacovigilanza dell’EMA.

3. Cyproterone – è un progestinico, utilizzato con l’estrogeno nella Diane. Benché sia stato soppiantato da altre pillole per la contraccezione, la Diane è stata utilizzata fino ad oggi contro acne e irsutismo (quando la sovrabbondanza di ormoni maschili aumenta la diffusione di peli sul corpo femminile). Per questo motivo il farmaco è a costo zero per le utenti. Anche il cyproterone è stato oggetto di una recente indagine dell’EMA, i cui risultati sono stati  diffusi a maggio 2013: il rischio di trombosi è più alto di quello correlato al levonorgestrel, simile a quello associato a desogestrel o gestodene. In ogni caso, dice l’EMA, i benefici superano i rischi a certe condizioni: cioè che l’acne e l’irsutismo siano davvero – come dicono i medici – “importanti” e che non si siano ottenuti risultati con procedure meno invasive.

La scansione di “prima, seconda e terza generazione” è una convenzione che riguarda l’immissione in commercio delle differenti composizioni di “contraccettivi ormonali combinati” – alias, “la pillola” -, non un criterio scientifico.

La più antica di tutte le pillole risale agli anni Sessanta e conteneva solo estrogeni. Per poterla somministrare, allora, ginecologhe, ginecologi e donne dovevano per forza dire che serviva per combattere brufoli, peli e baffetti. La contraccezione, infatti, è stata illegale fino al 1968.

Prezzi dei farmaci, multinazionale batte donne 1 a 0

Vediamo come si presenta oggi lo scenario. Le pillole con Levonorgestrel sono ancora in commercio, ma non sono rimborsate dal sistema sanitario nazionale. Tra le pillole rimborsate, dunque gratuite per le donne, si può scegliere solo tra quelle che contengono gestodene o desogestrel, associate a 30 mcg (microgrammi) di etinilestradiolo. Se vuoi il levonorgesrtel, devi pagartelo. Fa eccezione la Puglia, che con delibera regionale ha reso gratuita la contraccezione ormonale di seconda generazione (delibera n. 483 del 31/3/2008).

Come funziona il prezzo di un farmaco?

L’Agenzia italiana del farmaco (AIFA) contratta con l’azienda produttrice il prezzo di un farmaco attraverso una serie di passaggi. C’è un organismo che si occupa di questa operazione, la Commissione prezzi e rimborsi. Dopodiché la stessa azienda chiede all’AIFA che il farmaco sia inserito in fascia A, ovvero che sia totalmente a carico del sistema sanitario nazionale. All’esito della contrattazione, il Consiglio di amministrazione dell’Aifa ratifica e l’Ufficio prezzi e rimborsi pubblica in Gazetta ufficiale.

Attenzione, aprite bene le orecchie: solo la ditta produttrice di un farmaco può chiedere l’inserimento in fascia A dello stesso. Non possono farlo, ad esempio, le associazioni di utenti e di consumatori.

Non l’hanno chiesto le Aziende negli ultimi 18 anni per le nuove formulazioni; ma nemmeno l’hanno chiesto per le pillole con il vecchio Levonorgestrel, benché i medici più informati e coscienziosi le preferiscano da tempo.

Ricapitolando: Ditta X + AIFA fissano il miglior prezzo, poi Ditta X decide se chiedere che lo Stato se ne faccia carico. Sarà un caso che i prezzi delle pillole contraccettive rimborsate dallo Stato siano quelle al costo più basso? E se la Ditta X avesse interesse a vendere al prezzo più basso per poter insediare un nuovo prodotto nel mercato, anche se la sua sicurezza non è più che garantita?

Increduli di fronte al conflitto di interessi insito in questo meccanismo, chiediamo lumi a uno dei massimi esperti di farmaci in Italia, Silvio Garattini, scienziato e direttore dell’Istituto di ricerche farmacologiche “Mario Negri”. Il quale conferma: il meccanismo dei prezzi è proprio questo. Dunque se la giocano tra Stato e multinazionali. Di fronte alla nostra espressione sbigottita, Garattini afferma:

“Sarebbe molto importante che enti no profit potessero fare domanda per l’inserimento di determinati farmaci in fascia A. Sarebbe importante che i farmaci essenziali, ben identificati nella tabella dell’Organizzazione mondiale della sanità (OMS), venissero resi accessibili alla pari delle prestazioni previste dai Livelli essenziali di assistenza (LEA).”

E quando gli chiediamo perché mai in Francia l’Agenzia del farmaco francese abbia pubblicato diversi documenti sull’argomento “pericolosità della pillola”, al professore sfugge un sorriso ironico, mentre afferma:

“Lei si stupisce! Ma se in Italia l’Agenzia regolatrice dei farmaci non raccoglie i dati avversi. Nei Paesi sottosviluppati accade così…”

Questa riposta ci mette il gelo addosso, nonostante sia piena estate, per quanto siamo consapevoli che stiamo mettendo il naso in un giro di affari colossale. Come ci ricorda lo stesso Silvio Garattini, tutta la ricerca sui nuovi farmaci è fatta dall’industria.

Vogliamo che siano rimborsate le pillole più sicure

La rimborsabilità delle pillole più sicure è stata richiesta da una conferenza di consenso tenuta a Roma nel 2008 per iniziativa dell’Istituto superiore della sanità su ‘Prevenzione delle complicanze trombotiche associate all’uso di estro-progestinici in età riproduttiva‘ (Una conferenza di consenso è una modalità di confronto di esperti su un determinato argomento, dopo aver condiviso le prove disponibili).

Nei documento prodotti da questa conferenza leggiamo che per ridurre queste rare complicanze non è necessario sottoporre tutte le donne a costosi e imprecisi esami per la trombofilia; basta informare le donne ed incoraggiarle a tornare alle pillole con levonorgestrel (LNG) a basso dosaggio.

Nessuno di questi consigli ha trovato ascolto né da parte delle autorità sanitarie né fra le organizzazioni di medici e ginecologi.

La rimborsabilità delle pillole più sicure è anche la prima delle 5 proposte compilate dall’assemblea Libere di scegliere, che il 9/11/2012 ha riunito a Roma operatrici, operatori, associazioni e singole donne. Una lista di proposte conferita all’Agenzia italiana del farmaco (AIFA) per rendere più accessibile, sicura e libera la contraccezione.

Le pillole più sicure sono anche quelle che costano di più… forse in molti  pensano che il piacere sessuale senza riproduzione debba essere a pagamento? I farmaci sono per curare le malattie! La stessa cosa devono aver pensato la politica italiana bacchettona e molti medici, che pure obiettano alla applicazione della legge 194. Se molte donne sono disposte a pagare 100 euro per una visita ginecologica, possono spenderne 15 al mese per la contraccezione! Poco importa delle famiglie che faticano ad arrivare a fine mese, dove il rischio di gravidanze indesiderate è l’unica cosa che non manca.

Parliamone

In Francia, l’Agenzia di vigilanza (ANSM) rilancia dati aggiornati e conferma l’esistenza di un raddoppiamento del rischio di embolia polmonare con i contraccettivi ormonali di terza generazione rispetto alla seconda generazione e forniscono ulteriori dati sull’effetto della dose di estrogeno.

In Francia, la prescrizione delle pillole di terza e quarta generazione è drasticamente diminuita, anche se il procedimento di revisione da parte dell’EMA è ancora in corso.

In Italia tutto tace.

Tace l’AIFA. Tace la SIGO, la società italiana di ostetricia e ginecologia. Tacciono gli organi di informazione.

Noi parliamo e vorremmo le voci di protesta siano tante.

 

Eleonora Cirant (giornalista) e Pietro Puzzi (ginecologo)

Pagina creata il: 28 luglio 2013 - modificata il 31 luglio 2013