Autointervista per documentario maternità

Son tutte belle è un progetto di documentario che ha l’obiettivo di indagare e raccontare le donne italiane e straniere attraverso il loro rapporto e confronto con la maternità, coinvolgendo persone e personaggi diversi, lontani e vicini, fino a costruire un ritratto della condizione femminile in Italia, qui e adesso, in relazione all’essere e al diventare – o meno – madre.

Il team di registe che ha lanciato il progetto comincia con un primo grande lavoro di ricerca testimonianze, in tutta Italia.

Le promotrici hanno lanciato in rete una richiesta di autointervista. L’abbiamo ricevuta e volentieri la rilanciamo:

Cerchiamo delle donne che ci raccontino la loro esperienza rispetto alla maternità. Che siano mamme o no, che l’abbiano desiderato o no, quello che ci interessa sono le storie e i percorsi.

Basta un filmato, fatto con una videocamera o un telefonino, in cui vi raccontate, o aiutate un’amica a raccontarsi. Potete anche mandare le immagini del vostro quotidiano, senza apparire in prima persona nell’immagine, ma mostrando dove siete.

Ci serve perché vogliamo costruire un film, in internet, che faccia vedere come stanno le donne in Italia, oggi. E faccia riflettere, facendo venire voglia di intervenire, scrivere commenti, mandare altri filmati.

Per ogni dubbio andate sul sito di SONTUTTEBELLE, è tutto spiegato. E se non vi sembra chiaro, scrivete a info@sontuttebelle.org

 

Corso di formazione per difesa e sviluppo sistema sanitario nazionale

8 incontri, tutti i mercoledì, dal 16 ottobre al 4 dicembre 2013, dalle 18.30 alle 20.30. Il corso offre strumenti per conoscere la realtà e gli interessi che ruotano intorno alla salute e alla sua difesa, alla malattia e alla sua diagnosi e terapia, alla cura, alla prevenzione e riabilitazione. Per affermare la necessità della sanità pubblica.

CORSO DI FORMAZIONE DI BASE PER LA DIFESA E LO SVILUPPO DEL SISTEMA SANITARIO NAZIONALE

8 incontri, tutti i mercoledì, dal 16 ottobre al 4 dicembre 2013, dalle 18.30 alle 20.30.

Dibattito conclusivo sabato 14 dicembre 2013 dalle 9.30 alle 12.30

 


Il corso nasce dalla necessità di far apprezzare e rispettare gli obblighi costituzionali rivolgendosi a: operatori sanitari, professionisti, studenti, militanti, soprattutto alla cittadinanza nel suo complesso nella consapevolezza che solo una solida e chiara coscienza dei propri diritti e dei loro fondamenti può servire a difenderli e a svilupparli ,mettendo, come merita, il progresso delle conoscenze scientifiche e lo sviluppo tecnologico all’esclusivo servizio degli esseri umani.

Obiettivi

  • Fornire spunti, strumenti e metodi di riflessione, di approfondimento e di analisi della realtà costituita dai molteplici interessi che ruotano intorno alla salute e alla sua difesa, alla malattia e alla sua diagnosi e terapia, alla cura, alla prevenzione e alla riabilitazione. Si prende spunto dalla storia e dai diritti che nel corso di essa si sono imposti come universali.
  • Al fine di realizzare nel presente e per il futuro, a livello regionale, nazionale, europeo, i valori ai quali si dovrebbe ispirare ogni progetto politico che avesse al centro l’interesse per l’Uomo, al quale solo subordinare l’organizzazione sociale, economica, produttiva e finanziaria e quella della ricerca e dello sviluppo tecnologico.
  • Affermare la necessità della sanità pubblica, in un sistema sanitario nazionale fondato sui principi della legge di riforma sanitaria del 1978 e salvaguardare il diritto alla salute per tutti i cittadini a qualunque categoria appartengano, senza discriminazione alcuna.

 

Sede degli incontri:

Punto Rosso-Libreria Les Mots
Via Guglielmo Pepe
(angolo Via Carmagnola – MM2 Garibaldi)

 

Per iscriversi, telefonare ai numeri 02-87234046 o
02-87086839, scrivere a info@puntorosso.it

Volantino LUP MD (1)

La pillola contraccettiva. In Italia la più sicura non è la più economica

Le pillole contraccettive di terza e quarta generazione sono sotto indagine dell’Agenzia Europea del Farmaco (EMA) per rischio di trombosi venosa e arteriosa.

Eppure, in Italia, un silenzio di pece è calato sull’argomento da quando, a febbraio, l’EMA ha avviato l’indagine in seguito al caso di Marion Larat. La giovane donna francese ha infatti fatto causa alla Bayer dopo essere stata colpita da un attacco cerebrale che l’ha portata in coma e che l’ha lasciata con handicap gravi.

Nuove indagini confermano il doppio di rischio di trombo-embolia, legato all’uso delle pillole più recenti.

E mentre in Francia le donne ritornano alle più sicure pillole di seconda generazione o passano all’uso della spirale al rame (+ 45% in un anno), in Italia le pillole di 3° generazione, nate negli anni ’90, sono le uniche che si possano ottenere gratuitamente in quanto inserite dall’Agenzia italiana del farmaco tra i cosiddetti farmaci di “fascia A“, cioè rimborsati interamente dal sistema sanitario nazionale.

Per quale motivo il farmaco meno sicuro costa meno o è gratuito, mentre quello più sicuro dobbiamo pagarlo?

Per rispondere bisogna addentrarsi nei meccanismi del commercio di farmaci e delle regole che vi sovrintendono. Prima però dobbiamo nominare gli elementi principali di questa vicenda: gli ormoni.

Gli ormoni e le “generazioni di pillole”

3. Gestodene, desogestrel, drospirenone, dienogest, chlormadinone – sono ormoni progestinici che, in combinazione con l’elemento estrogeno, caratterizzano le pillole di terza e quarta generazione. Sono i composti sotto indagine della Commissione di farmacovigilanza dell’Agenzia europea del farmaco (PRAC) insieme ad altri ormoni progestinici che compongono cerotti (norelgestromin) e anello vaginale (etonogestrel).

2. Levonorgestrel – è l’ormone progestinico che entra, sempre insieme all’estrogeno, nella composizione delle pillole contraccetive di seconda generazione. E’ in commercio dal 1972 ma, dopo opportuna riduzione dei dosaggi, rimane il migliore. Gli studi relativi a levonorgestrel lo danno come più sicuro rispetto al rischio di trombosi. Questo ormone non è sotto indagine dell’Agenzia di farmacovigilanza dell’EMA.

3. Cyproterone – è un progestinico, utilizzato con l’estrogeno nella Diane. Benché sia stato soppiantato da altre pillole per la contraccezione, la Diane è stata utilizzata fino ad oggi contro acne e irsutismo (quando la sovrabbondanza di ormoni maschili aumenta la diffusione di peli sul corpo femminile). Per questo motivo il farmaco è a costo zero per le utenti. Anche il cyproterone è stato oggetto di una recente indagine dell’EMA, i cui risultati sono stati  diffusi a maggio 2013: il rischio di trombosi è più alto di quello correlato al levonorgestrel, simile a quello associato a desogestrel o gestodene. In ogni caso, dice l’EMA, i benefici superano i rischi a certe condizioni: cioè che l’acne e l’irsutismo siano davvero – come dicono i medici – “importanti” e che non si siano ottenuti risultati con procedure meno invasive.

La scansione di “prima, seconda e terza generazione” è una convenzione che riguarda l’immissione in commercio delle differenti composizioni di “contraccettivi ormonali combinati” – alias, “la pillola” -, non un criterio scientifico.

La più antica di tutte le pillole risale agli anni Sessanta e conteneva solo estrogeni. Per poterla somministrare, allora, ginecologhe, ginecologi e donne dovevano per forza dire che serviva per combattere brufoli, peli e baffetti. La contraccezione, infatti, è stata illegale fino al 1968.

Prezzi dei farmaci, multinazionale batte donne 1 a 0

Vediamo come si presenta oggi lo scenario. Le pillole con Levonorgestrel sono ancora in commercio, ma non sono rimborsate dal sistema sanitario nazionale. Tra le pillole rimborsate, dunque gratuite per le donne, si può scegliere solo tra quelle che contengono gestodene o desogestrel, associate a 30 mcg (microgrammi) di etinilestradiolo. Se vuoi il levonorgesrtel, devi pagartelo. Fa eccezione la Puglia, che con delibera regionale ha reso gratuita la contraccezione ormonale di seconda generazione (delibera n. 483 del 31/3/2008).

Come funziona il prezzo di un farmaco?

L’Agenzia italiana del farmaco (AIFA) contratta con l’azienda produttrice il prezzo di un farmaco attraverso una serie di passaggi. C’è un organismo che si occupa di questa operazione, la Commissione prezzi e rimborsi. Dopodiché la stessa azienda chiede all’AIFA che il farmaco sia inserito in fascia A, ovvero che sia totalmente a carico del sistema sanitario nazionale. All’esito della contrattazione, il Consiglio di amministrazione dell’Aifa ratifica e l’Ufficio prezzi e rimborsi pubblica in Gazetta ufficiale.

Attenzione, aprite bene le orecchie: solo la ditta produttrice di un farmaco può chiedere l’inserimento in fascia A dello stesso. Non possono farlo, ad esempio, le associazioni di utenti e di consumatori.

Non l’hanno chiesto le Aziende negli ultimi 18 anni per le nuove formulazioni; ma nemmeno l’hanno chiesto per le pillole con il vecchio Levonorgestrel, benché i medici più informati e coscienziosi le preferiscano da tempo.

Ricapitolando: Ditta X + AIFA fissano il miglior prezzo, poi Ditta X decide se chiedere che lo Stato se ne faccia carico. Sarà un caso che i prezzi delle pillole contraccettive rimborsate dallo Stato siano quelle al costo più basso? E se la Ditta X avesse interesse a vendere al prezzo più basso per poter insediare un nuovo prodotto nel mercato, anche se la sua sicurezza non è più che garantita?

Increduli di fronte al conflitto di interessi insito in questo meccanismo, chiediamo lumi a uno dei massimi esperti di farmaci in Italia, Silvio Garattini, scienziato e direttore dell’Istituto di ricerche farmacologiche “Mario Negri”. Il quale conferma: il meccanismo dei prezzi è proprio questo. Dunque se la giocano tra Stato e multinazionali. Di fronte alla nostra espressione sbigottita, Garattini afferma:

“Sarebbe molto importante che enti no profit potessero fare domanda per l’inserimento di determinati farmaci in fascia A. Sarebbe importante che i farmaci essenziali, ben identificati nella tabella dell’Organizzazione mondiale della sanità (OMS), venissero resi accessibili alla pari delle prestazioni previste dai Livelli essenziali di assistenza (LEA).”

E quando gli chiediamo perché mai in Francia l’Agenzia del farmaco francese abbia pubblicato diversi documenti sull’argomento “pericolosità della pillola”, al professore sfugge un sorriso ironico, mentre afferma:

“Lei si stupisce! Ma se in Italia l’Agenzia regolatrice dei farmaci non raccoglie i dati avversi. Nei Paesi sottosviluppati accade così…”

Questa riposta ci mette il gelo addosso, nonostante sia piena estate, per quanto siamo consapevoli che stiamo mettendo il naso in un giro di affari colossale. Come ci ricorda lo stesso Silvio Garattini, tutta la ricerca sui nuovi farmaci è fatta dall’industria.

Vogliamo che siano rimborsate le pillole più sicure

La rimborsabilità delle pillole più sicure è stata richiesta da una conferenza di consenso tenuta a Roma nel 2008 per iniziativa dell’Istituto superiore della sanità su ‘Prevenzione delle complicanze trombotiche associate all’uso di estro-progestinici in età riproduttiva‘ (Una conferenza di consenso è una modalità di confronto di esperti su un determinato argomento, dopo aver condiviso le prove disponibili).

Nei documento prodotti da questa conferenza leggiamo che per ridurre queste rare complicanze non è necessario sottoporre tutte le donne a costosi e imprecisi esami per la trombofilia; basta informare le donne ed incoraggiarle a tornare alle pillole con levonorgestrel (LNG) a basso dosaggio.

Nessuno di questi consigli ha trovato ascolto né da parte delle autorità sanitarie né fra le organizzazioni di medici e ginecologi.

La rimborsabilità delle pillole più sicure è anche la prima delle 5 proposte compilate dall’assemblea Libere di scegliere, che il 9/11/2012 ha riunito a Roma operatrici, operatori, associazioni e singole donne. Una lista di proposte conferita all’Agenzia italiana del farmaco (AIFA) per rendere più accessibile, sicura e libera la contraccezione.

Le pillole più sicure sono anche quelle che costano di più… forse in molti  pensano che il piacere sessuale senza riproduzione debba essere a pagamento? I farmaci sono per curare le malattie! La stessa cosa devono aver pensato la politica italiana bacchettona e molti medici, che pure obiettano alla applicazione della legge 194. Se molte donne sono disposte a pagare 100 euro per una visita ginecologica, possono spenderne 15 al mese per la contraccezione! Poco importa delle famiglie che faticano ad arrivare a fine mese, dove il rischio di gravidanze indesiderate è l’unica cosa che non manca.

Parliamone

In Francia, l’Agenzia di vigilanza (ANSM) rilancia dati aggiornati e conferma l’esistenza di un raddoppiamento del rischio di embolia polmonare con i contraccettivi ormonali di terza generazione rispetto alla seconda generazione e forniscono ulteriori dati sull’effetto della dose di estrogeno.

In Francia, la prescrizione delle pillole di terza e quarta generazione è drasticamente diminuita, anche se il procedimento di revisione da parte dell’EMA è ancora in corso.

In Italia tutto tace.

Tace l’AIFA. Tace la SIGO, la società italiana di ostetricia e ginecologia. Tacciono gli organi di informazione.

Noi parliamo e vorremmo le voci di protesta siano tante.

 

Eleonora Cirant (giornalista) e Pietro Puzzi (ginecologo)

Pagina creata il: 28 luglio 2013 - modificata il 31 luglio 2013

 

Corsi pre-parto, un nuovo sito per cercare il più vicino nella tua città

Ok Corso Preparto è il primo motore di ricerca dedicato ai corsi preparto e postparto in Italia. Nasce dall’idea di un gruppo di mamme e professioniste nel settore della gravidanza.

Ok Corso Preparto offre la possibilità di trovare con pochi clic il corso preparto o postparto più adatto alle proprie esigenze, tra un’ampia varietà di corsi organizzati per tipologia e per area geografica.

Registrandosi, c’è la possibilità di commentare i corsi e di condividere con la community la loro esperienza.

Il portale si completa con una sezione “Domande e Risposte” dove le donne in gravidanza possono condividere con la community i propri dubbi e ricevere risposte e consigli da altre mamme o da professionisti del settore come ginecologi, ostetriche o personal trainer.

Ok Corso Preparto è uno strumento aperto a tutte le strutture che organizzano corsi preparto e postparto, che in maniera del tutto gratuita possono registrarsi sul portale e inserire i loro corsi completi di immagini, brochure e informazioni dettagliate.

Un punto di incontro tra la domanda di servizi di qualità per le future mamme e l’offerta dei professionisti, che hanno la possibilità di interagire direttamente con le future mamme nella rete.

www.corso-preparto.it

info@corso-preparto.it

Pillola del giorno dopo, in USA per tutte senza ricetta e da noi?

In USA la pillola del giorno dopo diventa un farmaco da banco come l’aspirina o il preservativo, reperibile in farmacia senza ricetta medica per tutte le donne senza limiti di età. La recente decisione del Dipartimento di giustizia americano arriva dopo anni di tentennamenti e ricorsi in tribunale. E da noi, in Italia, come funziona? Vedi la nostra pagina dedicata alla contraccezione d’emergenza (pillola del giorno dopo, dei cinque giorni dopo, spirale)

Occorre procurarsi una prescrizione medica da un medico di base, dalla ginecologa/o, in consultorio o recandosi in pronto soccorso. Potresti incontrare operatori sanitari che fanno obiezione di coscienza.

Nei consultori laici della Lombardia trovi sempre medici non obiettori. Puoi telefonare per prendere un appuntamento, che viene dato entro poche ore, oppure presentarti direttamente.

Viene effettuato un colloquio di accoglienza e un colloquio con una ginecologa / ginecologo che valuta se è necessaria la visita.

In ogni consultorio è rilasciata una tessera associativa che permette di accedere a tutti i servizi, il cui costo varia per ciascun consultorio.

In ogni caso, a nessuna donna viene negata la ricetta medica necessaria per l’acquisto in farmacia della contraccezione d’emergenza.

Con la contraccezione post-coitale PREVIENI UN ABORTO!

Dall’infarto al tumore, uno sguardo di genere sulla malattia e sulla cura

In questo convegno si analizzano le differenze di sesso e di genere nelle principali malattie e nelle relative cure. Infarto e problemi cardiaci, ictus, tumori e malattie autoimmuni: donne e uomini si ammalano in modi diversi a causa delle differenze organiche e inoltre i condizionamenti culturali incidono sulla percezione della malattia e sulla somministrazione delle cure. In questa pagina riportiamo gli utilissimi appunti presi da Luciana Barbarano nel corso del convegno.

Sex or Gender Differences in Medicine?

24 aprile, ore 8.15, Sala Napoleonica, via S. Antonio 12, Milano

Bianca Beccalli Presidente del Centro Donne e Differenze di Genere

  • Le donne sono più degli uomini a studiare medicina. Dopo la laurea però fanno lavori diversi.
  • Diverse possibilità di carriera: le donne sono variamente ostacolate dai lavori di cura
  • Le donne scelgono di stare indietro per lavori di cura (non c’è tempo per la cura facendo certe specializzazioni)
  • Le donne sono ostacolate dall’organizzazione sociale in Italia.

Patrizia Presbitero, Clinical Hospital Humanitas – Rozzano

Acute myocardial infarction (IMA)

  • La % di mortalità a 30 gg è maggiore nelle donne rispetto ai maschi:

dal registro IMA degli USA mortalità 10.3% per M 14.6% per F
dal registro IMA francese mortalità 9.8 % per M 23.8 % per F (senza angioplastica)
dal registro IMA francese mortalità 2.6 % per M 9.8 % per F (con angioplastica)
dal registro lombardo su 128.000 IMA in 10 anni mortalità 7.9 % per M 13 % per F

 Le donne arrivano all’IMA più anziane (M 55 anni vs F 65 anni) e più compromesse ( maggior % di diabete e in maggior % scompenso cc).

Muoiono di più le donne < 60 anni.

In USA la popolazione femminile non riceve le stesse cure dei maschi:

  • Minor uso di betabloccanti + ASA
  • Minor % di angioplastica (51 % per M 36 % per F)
  • Gli uomini arrivano ad angioplastica dopo 36 minuti vs 44 minuti delle donne

In Lombardia : in 10 anni aumento % di angioplastica con beneficio sia per M che per F ma

Dal 35% al 70% M
Dal 20% al 50% F

 Più di 1/3 delle donne si presenta senza un dolore toracico tipico (lamentano più facilmente astenia, mancanza di fiato). Le donne si presentano in PS in ritardo (sono sole, vedove, sottovalutano i sintomi, non hanno nessuno che le accompagni). Sono spesso più anemiche (malnutrizione delle anziane che vivono sole).

Le donne con infarto misconosciuto finiscono in medicina e non vengono diagnosticate e non vengono trattate con metodiche invasive.

Problema degli accesi venosi: in sede di inserimento di catetere maggiori complicanze vascolari nelle donne rispetto agli uomini per vasi di piccolo calibro, più tortuosi.

Maggior sanguinamento in sede di catetere per tendenza a over scoagulazione (i dosaggi dei farmaci andrebbero fatti per massa corporea). Necessario insegnare ad usare meglio i farmaci antiaggreganti e anticoagulanti.

Veronica Lisignoli, Heart Hospital – London

Gender difference in diagnostic tools to detect coronary heart artery disease

Il gap di incidenza dellinfarto, a favore della donna (protezione ormonale), si reduce con l’età.

Il trend di mortalità si è ridotto per tutti ma + per M

Nelle donne maggior % di test falsamente positivi (test da sforzo…), malattia microvascolare più importante.

Coronarie più piccole, diverso comportamento delle placche aterosclerotiche. Più componente flogistica (legata alla situazione ormonale), embolismi più distali. Malattia dei piccoli vasi coronarici.

Sintomatologia più facilmente atipica.

Fattori di rischio : menopausa, fumo, diabete.

TAC coronarica : % elevata di falsi positivi : presenza di calcificazioni diffuse che possono non ostruire il vaso.

RMN con perfusione : identifica difetti molto piccoli.

Sonia Petronio, University of Pisa

Tako-Zubo syndrome: why only in women?

Patologia di nicchia.

Cardiomiopatia / cardiomiopatia da stress / sindrome del cuore straziato /

Colpisce il ventricolo sinistro > fase acuta simile a IMA con EPA e/o scompenso cc.

Senza stenosi né occlusione coronarica è data da dismissione di catecolamine sulla cellula miocardica. Strettamente legata a stress fisico o psichico. Attivazione delle catecolamine con spasmo coronarico o del microcircolo. Legame fra cervello e cuore.

Incidenza scarsa > 100% donne dopo la menopausa (molto raramente donne più giovani o molto anziane o uomini).

ECG simile a IMA ma in assenza di stenosi coronarica. Apice e settore medio del VS fermi

Possibilità di recupero.

N.B. la TOS (terapia ormonale sostitutiva) non si è dimostrata utile nel prevenire le complicanze cardiovascolari; qualcuno ipotizza possibili vantaggi se si inizia in perimenopausa…)

Necessarie campagne di sensibilizzazione mediatica e di educazione nelle università e per i medici.

Maria Claudia Vigliani, University of Torino

Why stroke is more common in women and how to prevent it

Ictus. Gli estrogeni hanno un effetto protettivo sui tessuti ischemici. Si ipotizza una differenza delle cellule endoteliali fra le donne della donna e del’uomo (cellule XX e cellule XY).

La Terapia ormonale sostiutiva aumenta il rischi o di ictus anche in età perimenopausale) e aumenta la gravità dell’ictus. Il rischio di ictus durante terapia anticoncezionale orale è minimamente superiore nelle donne prima dei 45 anni ma il rischio aumenta se si sommano fumo e/o ipertensione e/o cefalea con aura visiva.

Gravidanza e ictus : c’è una modificazione dell’assetto coagulativo.

Aumento del rischio di PRES (Posterior reversible encepahlopathy syndrome) caratterizzata da alterazioni focali simmetriche reversibili non ischemiche: c’è prima una vasodilatazione poi spasmo indi edema citotossico e poi lesioni irreversibili se non si interviene in maniera appropriata. La terapia è magnesio a dosaggi elevatissimi.

Ictus nelle donne anziane: sopra i 75 anni è più elevato nelle donne che negli uomini per la presenza di copatologie. Inoltre le donne anziane (spesso sole e senza assistenza) assumono i farmaci in modo incompleto ed irregolare. Per le donne anziane c’è un rallentamento nella catena dei soccorsi (sono depresse, vivono sole, non vogliono disturbare i figli lontani) e arrivano perciò tardi all’ospedale e alla terapia trombolitica.

Differenza nel decorso : nel post ictus le donne non vanno quasi mai a casa ma in RSA. L’outcome è migliore nella donna anziana se è trattata anche con antidepressivi.

Marco Moia, University of Milan

“New” or “old” antithrombotic drugs in women with atrial fibrillation?

La terapia anticoagulante orale (TAO) con warfarin è ancora oggi alla base della terapia della F.A: (fibrillazione atriale). Nelle donne il rischio di eventi ischemici è più alto anche nel caso che sia una buona gestione nel tempo con scoagulazione ottimale. In generale nelle donne la scoagulazione è più spesso non ottimale rispetto agli uomini. Sono le donne a prendersi cura della terapia degli uomini controllando l’assunzione delle medicine, mandandoli a fare i controlli e non viceversa per cui gli uomini sono curati meglio.

Le donne potrebbero perciò avvantaggiarsi di più dei nuovi farmaci anticoagulanti orali a dosaggio fisso perché non richiedono esami di controllo costanti e frequenti.

Serenella Civitelli, University of Siena

Is there a sex or gender difference in prevalence and significance of cancer risk factors?

Il rischio di cancro del colon-retto è simile fra uomini e donne (al secondo posto dopo la neoplasia della mammella per le donne) ma c’è una scarsa percezione del rischio per le donne (sia i medici che la popolazione pensano che sia più frequente negli uomini). Poiché la percezione del rischio non è corretta le donne fanno meno prevenzione degli uomini e sottoutilizzano lo screening (che, per le donne, non è valorizzato dai medici di famiglia). Il test per la ricerca del sangue occulto nelle feci nelle donne è più facilmente falso negativo.

Gli uomini fanno colonscopie di controllo più delle donne (4 -21% in più): le donne hanno più pudori, si vergognano. Da inchieste fatte farebbero di più le indagini se ci fosse la garanzia della presenza di operatrici donne.

Il cancro del colon-retto si presenta nelle donne 10 anni più tardi che negli uomini (ma non secondo tutte le statistiche) ed è più frequente nel colon destro (con sintomatologia diversa).

Le donne sono sottoposte più frequentemente a colecistectomia e questo comporta lo scolo diretto di acidi biliari nel colon (fattore predisponente al cancro del colon destro).

Nelle donne le diagnosi sono, in genere, più tardive, viene usata meno chemioterapia (ma si hanno più effetti collaterali da chemioterapia), si usano meno farmaci adiuvanti.

Maria Gerosa, University of Milan

Gender differences in autoimmunity

La maggior efficienza del sistema immunitario femminile porta ad un aumento delle patologie autoimmuni.

Nei maschi le malattie infettive sono più gravi.

Ci sono immunodeficienze congenite legate al cromosoma X.

Corrado Tinterri, Clinical Hospital Humanitas – Rozzano

Changing habits of young women is responsible for the epidemic in breast cancer?

Problema sociale del cancro del seno in netto aumento nei paesi in via di sviluppo.

In Cina c’è un netto aumento della patologia fra le donne con < 49 anni.

45.000 nuovi casi in Italia all’anno di neoplasia della mammella (28% nelle fasce di età più giovani). In ogni caso in aumento l’incidenza in tutte le fasce d’età.

Netto aumento del rischio fra i 40 e i 50 anni.

Possibili fattori di aumento del rischio:

  • diminuzione dell’età del menarca?
  • Diminuzione del numero delle gravidanze?
  • Aumento dell’età della prima gravidanza?
  • Diminuzione dell’allattamento al seno?
  • Massa corporea
  • Pregressa radioterapia per altre patologie (es. linfomi)

Le bambine obese hanno il menarca più tardi e tendono ad essere protette dalla neoplasia precoce.

Negli ultimi anni c’è stato un netto aumento delle neoplasie della mammella in gravidanza (specialmente in gravidanze dopo i 35 anni).

Nelle fasce d’età più giovani la mortalità non è mai cambiata ma è diminuita nelle fasce d’età più anziane.

C’è un gap importante di mortalità fra Nord e Sud d’Italia.

Ogni anno in Italia muoiono 11.000 donne per neoplasia della mammella.

Netto aumento della sopravvivenza per le donne trattate in Breast Unit dedicate rispetto a quelle trattate in ospedali generalisti.

Breast Unit

  • > 150 anni tratati all’anno
  • Multidisciplinarietà
  • EUSOMA requirements
  • Rimborsi adeguati dal SSN
  • Equipe dedicate (chirurgo, radiologo, anatomo-patologo, oncologo, radioterapiasta, staff di supporto al paziente…)

Silvia Novello, University of Torino

 Is smoking the main risk factor for lung cancer in women and men?

Nelle donne la neoplasia polmonare è nettamente aumentata negli ultimi 15 anni in collegamento all’aumento del tabagismo.

Le ragazze iniziano a fumare alle medie.

Il rischio di ammalarsi è più alto per le donne fumatrici.

Nelle donne è aumentata la mortalità per neoplasia polmonare (per aumento del fumo), mentre è in diminuzione negli uomini.

Nelle donne prevalenza di adenocarcinomi rispetto ad altri tipi istologici di neoplasia.

Nelle donne diagnosi più precocie in età più giovanile.

Le donne sopravvivono di più rispetto agli uomini dal momento delle diagnosi.

Il fumo di sigaretta resta il principale fattore di rischio (peggiorato dall’uso o meno del filtro, da un’inspirazione più profonda, dal periodo di esposizione). Necessarie campagne antifumo alla fine delle elementari.

Il 20% delle donne e il 10 % degli uomini con neoplasia polmonare non hanno mai fumato.

Altri fattori di rischio:

  • Dieta
  • Ambiente lavorativo
  • Inquinamento
  • Cottura di cibi ad alta temperatura in ambienti ristretti
  • Aumento della massa corporea
  • Aumento delle neoplasie polmonari e delle malattie cardiovascolari dopo radioterapia per tumore della mammella

La TOS (terapia ormonale sostitutiva) + il fumo peggiorano la prognosi alla diagnosi.

Luciana Barbarano

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