Archivia promuove sabato 21 aprile 2012, presso la Casa Internazionale delle Donne di Roma, una giornata di confronto e di studio dal titolo “Self-help: riparliamone!”, dedicata alla ricostruzione del self-help femminista, in Italia, negli anni ’70 del Novecento, e alla trasmissione dell’esperienza alle nuove generazioni di donne interessate alle tematiche e alle pratiche connesse alla corporeità sessuata e alla salute.

SELF-HELP – Scarica il programma

Una particolare attenzione sarà rivolta alla riappropriazione e demedicalizzazione del corpo e al riconoscimento della gestione della cura della salute nella quotidianità da parte delle donne, come auspicato, peraltro, da varie dichiarazioni dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (Alma Ata, 1978; Giacarta, 1998; Pechino, 2005). La ricostruzione appare necessaria per non perdere questa parte importante delle pratiche femministe. Il self-help, proprio per la sua natura squisitamente esperenziale, non ha prodotto una tradizione scritta consistente, motivo per il quale è indispensabile fare ricorso alla testimonianza delle donne che lo praticarono.

E’ stato creato un blog per condividere materiali e riflessioni sulla base dei quali verrà organizzata la prima giornata, strutturata per gruppi di lavoro, sabato 21 aprile, dalle 9.30 alle 18.30, presso la Cidd. Proprio per la sua specificità di giornata di lavoro, si richiede l’iscrizioneper poter organizzare in modo produttivo i gruppi seminariali.

Alla giornata ci si può iscrivere attraverso il blog, oppure inviano la richiesta di iscrizione ad archivia@cidd.it

Le linee del progetto si dispiegano a partire dalla ricostruzione della storia del Gruppo Femminista per la Salute della Donna (GFSD) di Roma, gruppo che fece da “ponte” tra la Federation of Feminist Women’s Health Centers – in cui era sorto e si era sviluppato negli USA il self-help femminista – e il movimento per la salute delle donne nel nostro paese; insieme al materiale sul self-help relativo alla storia del Consultorio autogestito di S. Lorenzo, da cui è nata l’Associazione Simonetta Tosi, una delle associazioni fondatrici di Archivia. La ricostruzione della storia del GFSD sta avvenendo sulla base delle interviste a 14 componenti del gruppo, interviste affidate a una giovane donna che aveva redatto, studiando i fondi presenti in Archivia, la sua tesi di laurea sulla legge 194/78, con particolare attenzione all’esperienza del Consultorio autogestito di S. Lorenzo. Del GFSD è stata ricostruita la cronologia, in forma sia scritta sia audiovisiva. Tutto questo viene proposto come stimolo alla ricostruzione dell’esperienza di pratica del self-help da parte di altri gruppi femministi a Roma e nel resto dell’Italia.

L’iniziativa è coordinata da Livia Geloso, che ha fatto parte del GFSD, e che è attualmente consigliera del direttivo di Archivia. Il blog è curato da Pina Caporaso, che ha anche condotto le interviste alle donne del GFSD.

SELF-HELP in sintesi*

Ci sembra utile ricordare che il self-help femminista, in sintesi, consisteva: nell’osservazione dei genitali esterni ed interni praticata sia individualmente sia in gruppo; nell’osservazione del ciclo mestruale quotidiana per 6 mesi, poi, a giorni alterni per altri 6 mesi e raccolta di dati in quaderni e schede; nell’osservazione dello stato di salute dei genitali esterni ed interni per imparare a riconoscere i disturbi più comuni; nella sperimentazione di cure alternative-naturali per i disturbi più comuni, come vaginiti da thricomonas o da monilia (aceto, yogurt, aglio, bicarbonato, ecc.); nell’utilizzazione dell’osservazione del ciclo come metodo anticoncezionale naturale; nell’autovisita al seno; nella raccolta di informazioni sulla salute delle donne; nella traduzione di testi sulla salute delle donne; nella diffusione delle informazioni; nella diffusione della pratica del self-help.
I gruppi femministi di self-help rappresentano una tipologia specifica di “gruppi di auto-aiuto”, movimento che affonda le sue radici nel fenomeno delle “friendly societies” inglesi della seconda metà del XIX secolo, nate spontaneamente durante la rivoluzione industriale al fine di creare reti di solidarietà e di supporto tra le masse lavoratrici. E’ da questo terreno che sorgono, negli anni ’30, i primi gruppi di auto-aiuto (ingl. “self-help groups”), di cui l’esempio classico è il gruppo degli “Alcolisti Anonimi”. Il primo gruppo femminista di self-help si costituisce, all’inizio degli anni ’70, a Los Angeles. I gruppi di auto-aiuto sono caratterizzati dal fatto che la fonte d’aiuto è costituita dalle/i componenti stesse/i del gruppo, le/i quali si uniscono spontaneamente sulla base di un vissuto problematico, ed insieme dànno vita a percorsi ed eventi di crescita attraverso la partecipazione, le relazioni tra le/i componenti, l’autogestione.

Citazioni*

“Un centro di self-help esiste ogni volta e in ogni luogo dove delle donne si riuniscono per condividere la tecnica dell’autovisita e per discutere della loro salute. Il focus è sulla condivisione delle esperienze e delle informazioni, sull’esplorazione delle differenze normali e del normale stato di salute riguardante le mestruazioni, le condizioni della vagina, il controllo delle nascite, la menopausa, la sessualità, la salute lesbica e una varietà di altri temi”. Centro Femminista per la Salute della Donna di Los Angeles

“Siamo un gruppo di donne e svolgiamo insieme un lavoro che richiede un impegno costante. Teniamo ogni settimana delle riunioni aperte per tutte le donne che vogliono imparare la pratica del self-help e discutere sui problemi della salute”. GFSD

“Il gruppo di S. Lorenzo era un gruppo di autocoscienza e di self-help con l’autovisita, la conoscenza dell’apparato genitale, la misurazione dei diaframmi, ed era veramente intenso il rapporto affettivo tra di noi.”
Ines Valanzuolo

“Nei confronti della scienza medica e dei suoi sacerdoti abbiamo ancora tutti, uomini e donne, un atteggiamento dipendente e passivo, ma tale dipendenza e passività sono per noi donne più pericolose e cariche di conseguenze. La stragrande maggioranza di noi donne non sa niente del proprio corpo ed è portata a considerare le sue manifestazioni fisiologiche come malattie, e malattie di cui vergognarsi”. Gruppo femminista per una medicina delle donne di Milano

“L’esperienza dei gruppi di self-help è stato un movimento nel movimento, considerato in qualche misura ‘altro’ rispetto alle correnti più teoriche del movimento stesso, una specie di ‘femminismo di servizio’. Eppure noi lavoravamo per allargare la nostra coscienza, tenendo uniti il corpo e la mente come altrove accadde raramente, con un coinvolgimento personale, politico ed emotivo fortissimo”. Luciana Percovich

“I gruppi per la salute degli anni ’70 erano molti, diversi fra loro e in osmosi con il movimento, di cui costituivano un’area a sé. Alla metà del decennio, questi gruppi si sono trovati al centro del femminismo che scendeva nelle piazze proprio sui temi della salute e della sessualità, senza aver potuto ancora elaborare le intuizioni del self-help”. Silvia Tozzi

“I gruppi per la salute che praticavano il self-help erano microisole alternative di saperi biomedici, una sorta di medicina scalza praticata da donne dai ruoli misti: dottoresse, ma anche casalinghe, lavoratrici, studentesse”.  Elena Gagliasso

*Note a cura delle promotrici del seminario