Le osservazioni dei Consultori privati laici della Lombardia sull’articolo firmato da Geraldine Schwarz, pubblicato su Repubblica del 19 novembre 2012 sul tema delle gravidanze delle minorenni. Aied (Milano, Bergamo, Brescia), CED, CEMP, CED, CPD, rilanciano le informazioni mancanti.

L’articolo Il Boom delle madri bambine pubblicato da Repubblica offre una visione parziale e semplicistica sul fenomeno della maternità nelle minorenni. L’incipi dell’articolo denuncia che

“il trend è in crescita soprattutto in Lombardia, una regione che dovrebbe essere all’avanguardia e che mostra un’evidente carenza: i consultori non riescono ad orientare verso una sessualità consapevole”

L’articolo riporta dati che corrispondono a realtà, ma mentre evidenzia la responsabilità dei consultori nulla dice sulle scelte e le politiche della Regione Lombardia per quanto riguarda la salute riproduttiva, le gravidanze indesiderate e le malattie sessualmente trasmesse dei giovani. Stupisce che non si dia voce a chi denuncia come l’immagine della coppia e della donna nei media influenzi notevolmente le scelte dei giovani. Non viene fatta assolutamente menzione del ruolo del maschio nella riproduzione.

Nell’articolo si afferma che i consultori non fanno il loro lavoro, ma non si dà informazione del fatto che nel 2008 la Regione Lombardia ha sospeso gli incontri diretti agli alunni nelle scuole primarie e secondarie riferiti all’educazione all’affettività e alla sessualità, incontri che il personale dei consultori effettuava regolarmente e gratuitamente alla scuole che ne facevano richiesta.

Di conseguenza gli spazi giovani, dedicati a questa fascia di popolazione e aperti in tutti i consultori milanesi e della provincia sono scollegati dalla scuola e spesso poco conosciuti negli ambienti frequentati dai giovani.

L’informazione dei giovani è così affidata alla televisione, che rimanda un’immagine della donna e della coppia molto “alterata” e consumistica, oppure ad internet, che contiene di tutto: i giovani non sanno dove cercare e non hanno capacità critica su quel che leggono.

Noi che lavoriamo nei consultori sappiamo che ragazzi e ragazze vengono lasciati soli con i loro problemi e con e loro insicurezze. Spesso anche la famiglia è assente, perchè il rapporto genitori e figli è troppe volte frettoloso e superficiale, e per tutti è difficile avere un confronto sulla propria intimità.

La convizione diffusa che le informazioni date dal personale del consultorio nelle scuole possa indurre una sessualità precoce deve essere contrastata dai mezzi di informazione.

Negli ultimi anni osserviamo, in consultorio, l’aumento delle gravidanze in giovanissime. Queste giovani donne sono “rimaste gravide” per non aver usato anticoncezionali sicuri, perché male informate, perché spesso cercano nella gravidanza una famiglia che non hanno e credono che un bambino possa essere lo scopo della loro vita.

Queste giovanissime sono spesso extracomunitarie di recente immigrazione che si trovano in una realtà molto diversa da quella conosciuta. Per quanto riguarda le giovani lombarde spesso è l’assenza di una rete di riferimento familiare che le spinge a sottovalutare inconsciamente la loro capacità riproduttiva portandole a continuare una gravidanza non programmata.

L’articolo fa promozione dei CAV (centri aiuto alla vita) che la Regione Lombardia ha potenziato e accreditato con la legge NASKO, mentre attraverso le parole virgolettate del Prof. SURICO denigra l’operato dei consultori pubblici.

Peccato che sia proprio a causa delle politiche della stessa Regione Lombardia che i consultori pubblici hanno visto calare il numero di sedi, il personale, la possibilità di formazione e incontro con i giovani nelle scuole.

L’articolo non cita neanche una volta il ruolo maschile nella riproduzione. Il maschio, sollecitato dai media nella sua virilità, autore sempre più spesso di violenza sessuale e sopprusi nei confronti delle donne nei suoi “momenti raptus”, non è mai messo in discussione per le sue responsabilità nella riproduzione; anche in questa sede è il grande assente, accanto alla responsabilità della società.

Consultori privati laici della Lombardia (AIED, CED, CEMP, CPD)