La terapia ormonale post menopausale

La terapia ormonale sostitutiva (TOS) è da decenni al centro di controversie scientifiche. A cause di tali discordanze le informazioni che giungono alle donne sono spesso contrastanti e non complete.

Ciò limita la donna nel fare scelte consapevoli per la propria salute. Per fare chiarezza su rischi e benefici della terapia , con l’obiettivo di fornire alle donne tutte le conoscenze necessarie, è stata organizzata e presentata pubblicamente nel maggio 2008 la Conferenza di consenso: “Quale informazione per le donne in menopausa sulla terapia ormonale sostitutiva”.

 Quali aspetti della menopausa possono essere divulgati come problemi di salute?

La menopausa non è una malattia, ma una delle tappe evolutive nella vita di una donna, che talora può presentarsi in forma critica creando malessere.

 I problemi per i quali è dimostrato un rapporto causale con la menopausa sono:

  • sintomi vasomotori (sudorazione, vampate di calore)
  • disturbi vaginali legati alla secchezza delle mucose
  • disturbi del sonno

I sintomi vasomotori e i disturbi del sonno sono generalmente temporanei e di intensità variabile, ma in alcuni casi tali da influenzare negativamente la qualità della vita della donna.

Altri problemi frequentemente associati alla menopausa (quali ad esempio irritabilità, depressione, dolori osteoarticolari, aumento di peso) non hanno con essa un sicuro nesso causale, ma sono ugualmente meritevoli di attenzione.

Per quali scopi si può consigliare la TOS, a quali donne, per quanto tempo?

La TOS è indicata nelle donne con menopausa precoce, che va considerata un quadro patologico, e a quelle che lamentano importanti e persistenti sintomi vasomotori e disturbi del sonno; mentre la secchezza vaginale e il dolore nei rapporti sessuali (dispareunia) non sono di per sé indicazione ad una TOS per via sistemica e dovrebbero essere trattati con preparati topici che risultano efficaci.

Nel caso in cui le donne che, pur non avendo disturbi importanti, hanno però un vissuto negativo della menopausa e desiderano fare uso della TOS, questo non può essere considerato oggetto di una raccomandazione generalizzabile.

Le donne devono essere informate sulla transitorietà (salvo la secchezza vaginale) e benignità dei sintomi, dei benefici e potenziali rischi della terapia ormonale, della frequente ricomparsa dei sintomi alla sospensione del trattamento e delle alternative terapeutiche non ormonali che potrebbero ridurre i sintomi, per permettere una decisione pienamente consapevole. Alle donne devono essere fornite informazioni relative agli stili di vita opportuni e alle terapie non farmacologiche disponibili. In menopausa è utile proporre cambiamenti salutari dello stile di vita, che comportano benefici al di là degli effetti sui sintomi della menopausa stessa. In particolare vanno raccomandate l’attività fisica e una dieta appropriata, che riducono il rischio di osteoporosi, il rischio cardiovascolare, il peso e i sintomi vasomotori.

La menopausa non è una malattia, pertanto non necessita di cure mediche.

In definitiva, si raccomanda l’uso della TOS, solo se la donna accusa sintomi persistenti e importanti, ma solo dopo averla accuratamente informata dei rischi, delle possibili alternative e del fatto che i sintomi sono per lo più transitori, usando la dose minima per il minimo tempo necessario.

La TOS sulla base degli studi attualmente disponibili, non è consigliabile a scopo preventivo per uno sfavorevole rapporto fra benefici e rischi.

Determina un rischio specifico di tumore al seno correlato alla durata e al tipo di trattamento estroprogestinico utilizzato, minore incidenza se si utilizzano progestinici naturali.

In ambito cardiovascolare non vi sono prove di efficacia preventiva derivanti da studi riguardo l’infarto, mentre è provata un’aumentata incidenza di ictus e di episodi trombo embolici venosi, indipendentemente dall’età.

Per quanto riguarda le fratture osteoporotiche, non è consigliabile un trattamento preventivo anticipato anche di decenni rispetto all’età in cui le fratture diventano più frequenti.

In ambito neurologico non vi sono prove di efficacia preventiva rispetto alle demenze e ai deterioramenti cognitivi.

L’informazione al pubblico non dovrebbe essere finalizzata a promuovere la TOS né a suscitare timori sproporzionati. Ogni decisione terapeutica deve essere infatti presa nell’ambito di un rapporto interpersonale tra la donna e il medico, perché deve tener conto delle specifiche condizioni della donna, delle sue preferenze e priorità.

Testo a cura del CPD (dr.sa Mombelli)