Nei primi sei mesi di vita i neonati dovrebbero essere nutriti esclusivamente con il latte materno. In seguito mentre la qualità del latte si modifica, impoverendosi, la dieta del bimbo verrà integrata con vari cibi idonei e sicuri.

Il latte materno è un alimento completo, ricco di enzimi e anticorpi che migliora la salute del bambino; sempre pronto, in temperatura ideale e facilmente assimilabile. Oltre a ciò l’allattamento materno crea e rafforza il legame madre-figlio ed è proprio l’allattare che stimola la produzione del latte stesso (OMS e UNICEF, 2003).

I vantaggi dell’allattamento sono molteplici e vanno, tra gli altri, da una maggior protezione per diarrea e disturbi del tratto intestinale, alla maggior protezione nei confronti di otiti, eczemi unitamente a un miglior sviluppo cognitivo. Il sostegno nei confronti dell’allattamento dal seno si basa sulla Dichiarazione degli innocenti e sulla strategia Globale per l’Alimentazione di neonati e bambini (OMS e INICEF).

La dieta corretta per la mamma che allatta

Anche il Ministero della Salute si è impegnato del redigere opuscoli a carattere divulgativo e mette l’accento sull’importanza per le mamme di non seguire “diete speciali” durante l’allattamento ma di mantenere una dieta equilibrata (www.salute.gov.it)

Per produrre un buon latte la mamma deve necessariamente curare anche la sua alimentazione e soddisfare i suoi fabbisogni nutrizionali (energetici, di micro e macronutrienti e di acqua) oltre a quelli del lattante.

Il fabbisogno energetico dovuto all’allattamento è più elevato rispetto al periodo della gravidanza e la produzione del latte richiede un impiego di energia proporzionale alla quantità prodotta. Il volume giornaliero è mediamente di circa 750 ml (LARN IV edizione). Una parte della spesa energetica extra può essere sostenuta utilizzando le riserve adipose accumulate in gravidanza anche se il suo grado di mobilizzazione può variare da donna a donna.

Il peso alla nascita dei figli nati da madri vegetariane che si sono alimentate in modo corretto e che hanno avuto un adeguato incremento ponderale in gestazione, si mantiene all’interno del range di normalità. Poiché il profilo nutrizionale varia a seconda del tipo di modello vegetariano seguito è importante fare una valutazione individuale della donna che allatta.

In caso di sovrappeso o obesità la mamma può perdere peso, purché ciò avvenga lentamente e purché la donna sia seguita da personale sanitario competente con una dieta moderatamente ipocalorica (Krause’s Food &Nutrition Therapy – 12 edition).

In tutte dovrebbe essere incoraggiata la pratica di attività fisica di media intensità per tutti i suoi effetti benefici.

Se la dieta della mamma risulta essere soddisfacente dal punto di vista dell’energia, verosimilmente lo sarà anche per all’apporto proteico. I nutrienti contenuti nel latte materno possono essere sintetizzati ex novo dalla ghiandola mammaria, modificati a partire da precursori come per gli acidi grassi a lunga catena o trasferiti direttamente dal plasma materno al latte (vitamine e minerali).

Il contenuto in grassi della dieta della mamma influenza significativamente la composizione del latte mentre il contenuto di alcuni minerali come ad esempio il calcio può essere mantenuto a livelli sufficienti anche a spese dei depositi materni qualora non siano stati soddisfatti i fabbisogni.

Raccomandazioni

Le raccomandazioni generali dunque riguardano il seguire una dieta appropriata nel rispetto dei fabbisogni

  • Ridurre il consumo degli zuccheri semplici incrementando i complessi e scegliendo i tipi integrali anche per incrementare la quantità di fibra alimentare.
  • Ridurre il consumo dei grassi in genere e nello specifico di quelli saturi.
  • Evitare periodi di digiuno prolungato suddividendo i cibi tra tre pasti principali e due spuntini.
  • Cucinare in modo semplice, scegliere gli alimenti in base alla stagionalità
  • Astenersi dal fumo mantenendo uno stile di vita attivo senza esitare di chiedere al proprio medico curante un aiuto.
  • Per quanto riguarda le bevande alcoliche, l’etanolo passa nel latte e può inibire la montata provocando al lattante, nei casi più gravi, sedazione, ipoglicemia e disturbi gastro-intestinali (LARN IV edizione).

I miti che riguardano alimentazione e latte materno

Coliche: nei neonati sono fisiologiche e dovute all’immaturità dell’intestino e non legate al consumo di latte e latticini da parte della mamma. Il consiglio è di informare il pediatra e attendere che il disturbo scompaia naturalmente, generalmente intorno al terzo mese.

La birra non favorisce in alcun modo la montata lattea ma rende più amaro il latte; il cui gusto è anche influenzato da alcuni alimenti assunti dalla mamma come aglio, porro, scalogno, cipolla, carciofi, peperoni e spezie. Se però questi alimenti sono stati ingeriti abitualmente nell’ultimo trimestre di gravidanza il bambino li ha già “assaggiati” dunque li riconosce senza gradi problemi.

 

A cura del servizio dietologico del CED