Laboratori sulle emozioni per donne ecuadoregne migranti

Intervento di Cecilia Pèrez al dibattito promosso dai consultori privati il 16 febbraio 2012: La laicità e le nostre scelte: breve storia dei consultori laici.

Vi porto un percorso organizzato in collaborazione con il Consolato dell’Ecuador realizzato con un gruppo di donne ecuadoregne: un laboratorio sulle emozioni.
Un’alta percentuale di donne provenienti da questo paese che sono immigrate in Italia, non sono coniugate e neppure hanno un compagno. Assumendosi in toto la responsabilità di mantenere i propri figli, sono venute in Italia con la speranza di trovar un lavoro e di operare un cambiamento nella loro vita; anche sperando nella possibilità di rifarsi una famiglia, in paesi così lontani.

Poiché il progetto migratorio viene pensato e progettato per quelli che restano al paese, e non per quelle che migrano, le donne conducono una vita di lavoro e sacrifici, di solitudine, di scarse relazioni con la cultura ospitante. Senza rendersi conto che un buon inserimento é vitale son solo per se stesse, ma anche per la famiglia che migrerà nel futuro. La loro vita viene segnata da “lavoro e risparmio”, per raggiungere la meta. Anche le loro relazioni sociali sono ridotte e sono molte quelle che non sentono il bisogno di apprendere bene la lingua italiana, e si contentano di quel poco che serve per comunicare nel quotidiano lavoro

La migrazione porta con sé una doppia solitudine, quella che lascia orfani della propria cultura e quella derivante dall’impossibilità di socializzare ricordi, fatti o situazioni. Spesso le donne migranti vivono le problematiche relative all’abbandono della loro terra e della famiglia in solitudine.

Ho pensato fosse importante aprire spazi dove le donne potessero riunirsi per lavorare sul Sé, uno spazio dove possano ricostruire le loro emozioni e i pensieri in gruppo, perché non è utile ancorarsi alla tradizione. Vivere in sospensione non aiuta l’integrazione ma soprattutto non permette di affiliarsi al paese d’immigrazione: questo significa correre dei rischi, cioè rimanere all’interno di una vulnerabilità tale da provocare una significativa disfunzione, un dolore intenso, un arresto, un’inibizione che porta alla inutilizzazione delle potenzialità. Le donne in tutti i paesi del mondo hanno delle grande capacità e questo è importante che venga conservato, nutrito, sviluppato.

Il lavoro svolto al CPD si è focalizzato sull’ascolto iniziale del gruppo attraverso: utilizzo delle fiabe, dinamiche gruppali, disegno e immagine. Tutto ciò porta ad una fluida comunicazione e permette di individuare all’interno di sé l’esistenza di due universi culturali: quello di appartenenza, con una pregnanza degli schemi culturali tradizionali, e quello della cultura di accoglienza. In esso si osservano nello stesso tempo una grossa mancanza e una profonda nostalgia per la cultura d’appartenenza, ma anche un rifiuto dello stesso sistema culturale. Questo costituisce una difficoltà per adattarsi al nuovo universo che potrebbe essere ricco di opportunità non soltanto per sé ma anche per la propria famiglia.

Le emozioni più pregnanti sono state: rabbia, tristezza, paura, disprezzo, disillusione rispetto alla migrazione, spesso vissuta in solitudine. Sono anche emersi sogni e desideri ancora non raggiunti: la migrazione è piena da progetti da raggiungere e il pensiero del ritorno sopraggiunge solo in seguito alla realizzazione dei propri sogni.

Penso che sia molto importante fare questi percorsi perchè sono degli spazi dove le donne possono incontrarsi, capirsi, riconoscersi, ritrovare la forza per continuare nel loro progetto migratorio, perché narrarsi e raccontarsi  all’interno di un gruppo di pari è terapeutico e porta ad una ricostruzione della cornice culturale.

I luoghi di incontro sono fondamentali perché permettono la narrazione, che a sua volta genera apprendimento di sé e porta ad un riconoscimento delle emozioni, dei sentimenti e dei pensieri.

Dott.ssa Cecilia Pèrez

Psicologa Psicoterapeuta

Incontriamo i consultori privati laici, febbraio-maggio 2012

Da febbraio a maggio 2012, i Consultori privati laici escono dalle loro sedi ufficiali e organizzano una serie di incontri per Raccontare il proprio patrimonio di competenze, Intrecciare le proprie esperienze con quelle di ragazze e ragazzi, donne e uomini, operatori del settore ed istituzioni, Creare insieme uno spazio dove parlare di sessualità, contraccezione, gravidanza, fecondazione assistita, menopausa. (altro…)