Il diaframma, un metodo sicuro ma poco conosciuto

Diaframma: perché è sicuro, come funziona, come usarlo, manutenzione, vantaggi e svantaggi.

Poco diffuso, ma non per colpa sua!

Molte persone storcono la faccia quando si parla del diaframma. “E’ un pasticcio…E’ una noia…Non funziona mai…” Questo disprezzo è un po’ ridicolo poiché nel 1880, quando fu inventato, il diaframma era il principale mezzo per la liberazione delle donne da gravidanze non volute.

Fino agli anni cinquanta, quando si cominciò a parlare della pillola contraccettivae l’uso della spirale intrauterina (ossia lo IUD messo a punto nel ‘900) conobbe una certa diffusione, il diaframma era la precauzione più sicura a disposizione delle donne e a quell’epoca un terzo delle coppie americane lo usavano per il controllo delle nascite. Molte delle nostre madri lo usarono per trent’anni senza fare errori. Se poi l’uso del diaframma fosse sempre gradito è un’altra questione.

Oggi i sentimenti più positivi nei confronti della nostra sessualità e la crescente capacità di comunicare apertamente con gli uomini con i quali abbiamo rapporti sessuali ci mettono in grado di usare più facilmente il diaframma.

Se state per iniziare una relazione forse potete non desiderare di aggiungere immediatamente un diaframma alla vostra vita sessuale, ma dopo alcuni mesi, quando sarete più sciolte, potreste essere contente di abbandonare la pillola o la spirale intrauterina per un metodo che è efficace, se lo usate bene, e che non ha nessun effetto collaterale.

Se l’uso del diaframma non si è diffuso la ragione risiede nella scarsa conoscenza di questo metodo e nel fatto che non viene incentivato. Decidere di usare il diaframma richiede di rivolgersi al medico o al personale paramedico per sceglierne uno della misura giusta e per ricevere istruzioni per un uso corretto (come inserirlo e come toglierlo).

Speso i ginecologi non se la sentono di spendere del tempo per questo; inoltre molto spesso ritengono che pillola o IUD siano preferibili e che armeggiare col diaframma ad ogni rapporto sessuale sia una “seccatura”, alcuni poi lo ritengono un metodo “antiquato” (talvolta il medico trasferisce sui metodi contraccettivi i propri vissuti e le proprie impressioni circa la sessualità).

Un’altra ragione della scarsa diffusione del diaframma è che il mercato della contraccezione non è molto interessato a questo metodo.

Come acquistare il diaframma

La misura del diaframma dipende dalla profondità della vagina.

Attualmente in Italia è disponibile presso le farmacie un diaframma a misura unica con una speciale forma anatomica che si adatta a quasi tutte le donne, in particolare a quelle con una misura dai 65 agli 80 millimetri.

Consigliamo comunque di rivolgersi ad un medico che ne conosca l’uso o meglio ancora ad un consultorio per accertarvi che la misura sia compresa tra i 65 e gli 80 mm e  per poter provare a metterlo e toglierlo da sole così che, se avete dei problemi durante queste prove, il medico o il personale paramedico vi potrà aiutare.

Per le misure inferiori ai 65 o superiori agli 80 millimetri è possibile acquistare il diaframma su internet all’indirizzo: https://medesign.decliccando su “ginecologia e pessari” e poi inserendo “diaphragma” nella finestra “cerca”; su questo sito tedesco è possibile procurarsi diaframmi “Omniflex” ossia i modelli che si trovavano anche in Italia fino a poco tempo fa e sono disponibili le misure comprese tra i 60 e i 95 millimetri.

Come è fatto

Il diaframma, che deve essere usato sempre con una gelatina spermicida, è di morbido silicone, ha la forma di una coppa poco profonda, con una molla flessibile attorno al bordo esterno ed una sporgenza da un lato della coppa per facilitarne l’estrazione dalla vagina. Quando si inserisce nel modo giusto si sistema comodamente dietro all’osso pubico e al fornice posteriore della vagina.

Come funziona

Quando il diaframma è in loco e comprime la gelatina contro il collo dell’utero, gli spermatozoi non possono risalire nel canale cervicale e quelli che superano il bordo del diaframma si imbattono nella gelatina che li blocca. Quelli che rimangono in vagina muoiono dopo otto ore perché la vagina è un ambiente per loro ostile. E’ possibile spalmare con spermicida la parte esterna del diaframma per contribuire a bloccare gli spermatozoi che rimangono in vagina. Non usate il diaframma senza spermicidi.

E’ importante ricordare che il diaframma non protegge in alcun modo dalle malattie a trasmissione sessuale.

Efficacia

L’efficacia teorica del diaframma è del 97% circa; l’efficacia reale, che è dell’85-90%, dipende dai seguenti fattori: efficacia dello spermicida, misura giusta e buona manutenzione del diaframma, uso appropriato e costante. Importante è usarlo ad ogni rapporto sessuale, inserirlo prima della penetrazione e spalmarlo ogni volta con un prodotto spermicida. Anche se usato correttamente l’indice di fallimento è del 2% circa.

Reversibilità

Il diaframma non interferisce sulla fecondità. Semplicemente non usatelo se volete rimanere incinte.

Sicurezza

Il diaframma è del tutto innocuo. Alcune donne temono che il diaframma scivoli in fondo alla vagina e scompaia ma conoscendo meglio la nostra anatomia, sappiamo che la vagina finisce a un pollice dal collo dell’utero e il diaframma non ha lo spazio per scomparire. Il diaframma è sconsigliato a chi non ama toccarsi i genitali o crede che le sarebbe difficile adattarsi ad usarlo poiché probabilmente finirebbe per non metterlo affatto al momento del rapporto sessuale.

Potreste sentirvi imbarazzate le prime volte che inserite il diaframma in vagina ma appena vi abituerete e prenderete confidenza con questa parte del corpo che vi appartiene dovreste superare ogni ostacolo. Nel caso in cui la gelatina dia irritazioni alla vagina o al pene potete usare una marca diversa.

Come usare il diaframma

Il diaframma diventa via via più facile da usare con la pratica. Molte donne lo inseriscono da sole, magari in bagno prima del rapporto cercando di rendere il tutto molto spontaneo, molte altre sono contente di usarlo con il partner e lo inseriscono durante i preliminari sessuali. Questa collaborazione sembra che funzioni meglio nelle coppie che stanno insieme da tempo, se la vostra è una coppia che si lascia trascinare dai sensi è preferibile inserirlo prima, comunque per la maggior parte delle donne coinvolgere il partner è un modo più divertente e meno gravoso di usarlo.

Il diaframma può essere inserito anche due ore prima del rapporto sessuale poiché le gelatine mantengono il loro potere spermicida per 3 ore, ma se avete un rapporto subito dopo l’inserimento il metodo è già efficace.

Mettete un po’ di gelatina nella coppa, spargetela intorno ai bordi, poi avvicinate i due lati della coppa premendo saldamente il bordo tra pollice e medio, quindi accoccolatevi, con la mano libera scostate le labbra della vagina e inserite il diaframma con la crema rivolta verso il collo dell’utero.

Spingete col dito indice il bordo che sta più in basso finché sentite che il diaframma è andato a posto, potrete accertarvene toccando il contorno del collo dell’utero attraverso la soffice coppa. Se è ben collocato né voi né il vostro compagno dovreste sentirlo. Non usate lubrificanti a base di olio (per es. vaselina) perché possono danneggiare il prodotto. Lasciate il diaframma inserito per almeno 6/8 ore dopo il rapporto sessuale in modo da eliminare tutti gli spermatozoi, lo si può tenere inserito fino a 24 ore. Se avete un altro rapporto dopo 3 ore dovrete aggiungere altra gelatina con un applicatore, aggiungetela all’esterno del diaframma lasciando il diaframma in loco.

Manutenzione e durata del prodotto

Lavate il diaframma con sapone neutro e acqua tiepida, risciacquatelo e asciugatelo accuratamente e riponetelo in un contenitore al riparo dalla luce. Non bollitelo. Controllate che non ci siano buchi guardandolo alla luce e tirando bene la calotta. Fatevi controllare la misura del diaframma ogni anno circa durante la visita ginecologica. Potreste avere bisogno di una nuova misura se perdete o acquistate più di 5 chili e dopo una gravidanza o un aborto. Il diaframma durerà anni se tenuto con cura.

Vantaggi

Nessun effetto collaterale o pericolo per la salute. Molto efficace se usato bene. Il diaframma va benissimo se volete avere rapporti sessuali durante le mestruazioni e non volete che il flusso mestruale complichi le cose infatti può contenere per alcune ore il sangue mestruale. Usare il diaframma può essere un modo per conoscere meglio il proprio corpo; se non avete familiarità con la vostra vagina, l’uso del diaframma vi aiuterà a capire com’è fatta.  A lungo andare più sarete a contatto col vostro corpo più godrete del rapporto sessuale. Inoltre il diaframma è un metodo sostenibile dal punto di vista ecologico.

Svantaggi

Va applicato poco prima del rapporto sessuale. Se voi e il vostro compagno pensate che il sesso debba essere assolutamente spontaneo, vi sembrerà un disturbo. Dovete ricordarvi di usarlo ogni volta, essere certe di non dimenticarvi di applicare lo spermicida ed essere sicure di averlo con voi quando ne avete bisogno.

Responsabilità

E’ la donna che si reca dal medico o in consultorio per iniziare ad usare il diaframma. In seguito la responsabilità può essere condivisa con il partner sebbene molte donne l’assumano interamente.

C.E.D. Centro Educazione Demografica Via Amedei 13 , 20123 Milano    www.consultorioced.it

Tel. 02 8057835 – 02 8690078     Mail: ced@cedassociazione.it13

Data creazione documento: 12/03/2019

Salute riproduttiva, contraccezione e diritti – opuscolo

Scarica l’OPUSCOLO SU CONTRACCEZIONE SALUTE E DIRITTI in pdf

SALUTE RIPRODUTTIVA CONTRACCEZIONE E DIRITTI

In questo opuscolo a cura del coordinamento dei Consultori privati laici trovate informazioni su

  • metodi contraccettivi a confronto, metodi “naturali”
  • i vostri diritti per l’accesso ai servizi (con o senza permesso di soggiorno)
  • malattie sessualmente trasmissibili, riconoscimento e centri di cura
  • gravidanza e interruzione volontaria della gravidanza.

 

Che fine ha fatto il coito interrotto?

Che fine ha fatto il coito interrotto? Una prospettiva sistemica all’intimità di coppia dalla contraccezione alla relazione.

Sabato 16 novembre 2013 Sala Convegni Politecnico di Milano Polo Territoriale di Como Via Castelnuovo, 7 – Como

Da indagini recenti risulta che ancora oggi il coito interrotto è una pratica diffusa tra giovani  e menogiovani e ciò fa riflettere sugli effetti delle campagne di educazione sessuale che hanno coinvolto operatori educativi psicosociali e sanitari ciclicamente nell’arco degli ultimi decenni.

A partire quindi dall’analisi di un’ampia casistica su questo specifico comportamento sessuale, il convegno proverà a trattare la sofferenza e l’insofferenza del singolo e dei partner che trova frequentemente accoglimento in ambulatorispecialistici medici – urologi, neurologi, ginecologi, andrologi – o in consultazioni psicologiche prevalentemente individuali che non permettono di evidenziare la valenza relazionale del comportamento e i suoi effetti sull’intero sistema familiare.
Destinatari: psicologi, psicoterapeuti, assistenti sociali, mediatori familiari, counselor, MMG, psichiatri, infermieri, urologi, neurologi, andrologi, studenti/allievi e specializzandi di percorsi di formazione nell’area sanitaria e alla relazione d’aiuto.

Poster: gli iscritti che lo desiderino, possono inviare abstract di poster entro il 15 ottobre 2013.

Quote d’iscrizione:

Partecipazione gratuita per soci SIRTS in regola con la quota 2013; quota d’iscrizione ordinaria fino al 31/10/2013:50,00€. per soci ASP, per infermieri, per studenti/allievi: 30,00€ fino al 31/10/2013

Dopo il 31/10/2013 quota d’iscrizione, pertutti:80,00€ fino a esaurimento posti.

SCARICA IL DEPLIANT CON MODULO ISCRIZIONE

www.sirts.org

Test di sex-intelligenza

TEST DI SEX-INTELLIGENZA*

Divertiti!

1. Se hai un rapporto sessuale durante le mestruazioni non rimani incinta / non metti incinta la tua ragazza

FALSO! – Anche durante le mestruazione c’è possibilità di rimanere incinta

2. L’HIV è una malattia che si trasmette per contagio tra omosessuali?

FALSO! – Il virus dell’HIV (Sindrome da immunodeficenza acquisita), detto anche AIDS, si trasmette indipendentemente dall’orientamento sessuale. Si trasmette con rapporti orali, vaginali, anali non protetti da profilattico e tramite contatto con sangue infetto. I rapporti orali sono più pericolosi (è frequente avere ferite in bocca senza accorgersene).

3. La pillola anticoncezionale protegge dalle MTS, malattie a trasmissione sessuale?

FALSO! – solo il preservativo protegge dalle malattie a trasmissione sessuale, che sono in crescita fra le persone adolescenti

4. I maschi non prendono il Papilloma virus umano (HPV)?

FALSO! – anche i maschi sono portatori di Papilloma virus, responsabile del tumore al collo dell’utero.

5. Le donne non si masturbano?

FALSO! – sono meno abituate dei maschi, perche la masturbazione femminile è meno accettata. Infatti, molte non dicono di farlo.

6. Se un ragazzo si masturba e ha una eiaculazione prima della penetrazione, non mette incinta la ragazza?

FALSO! – ogni eiaculazione contiene spermatozoi.

7. Se una donna non ha l’orgasmo non può rimanere incinta.

FALSO! – l’assenza dell’orgasmo durante i rapporti non riduce la tua fecondità.

8. >> Una donna può avere più orgasmi in successione nello stesso rapporto?

VERO! – ci vuole un po’ di allenamento, ma è così. La potenzialità orgasmica di una donna è più ampia e varia di quella di un uomo.

9. L’orgasmo femminile si ottiene solo con la penetrazione?

FALSO! – dai ragazzi, un po’ di fantasia!

10. Durante una cura antibiotica la pillola contraccettiva può perdere efficacia?

VERO! – alcuni antibiotici agiscono a livello intestinale, riducendo o azzerando la copertura contraccettiva.

11. Il preservativo riduce il piacere sessuale dei maschi?

FALSO! – Come se il piacere sessuale dipendesse dallo sfregamento di pochi centimenti quadrati di carne!

12. L’uso del preservativo interrompe il gioco e rompe l’atmosfera?

FALSO! – dai ragazze, un po’ di fantasia!

13. Il preservativo femminile non esiste?

FALSO! – esiste, ma è poco conosciuto e ancora meno distribuito

14. Le malattie a trasmissione sessuale aumentano il rischio di infertilità maschile e femminile?

VERO! – dunque fate attenzione e non pensate che accada solo agli altri o alle altre

15. Molti uomini non sanno di essere portatori di MTS perché non hanno sintomi evidenti?

VERO! – idem.

16. L’anello vaginale funziona come la pillola?

VERO! – è un contraccettivo ormonale che sospende l’ovulazione

17. L’ano è una zona erogena?

VERO! – in ogni persona, maschio o femmina, indipendentemente dall’orientamento sessuale

18. Il liquido seminale che esce dal pene prima dell’orgasmo maschile non mette incinta la donna?

FALSO! – questo liquido può contenere spermatozoi

19. L’aborto è illegale?

FALSO! – L’interruzione volontaria di gravidanza è legale, anche per le minorenni, entro 90 giorni dall’ultima mestruazione. È legale anche dopo questo termine, in condizioni particolari previste dalla legge.

20. Il coito interrotto è un metodo contraccettivo?

FALSO! – prima dell’eiaculazione l’uomo ha perdite di cui non si accorge, che possono contenere spermatozoi.

21. L’omosessualita e una malattia?

FALSO! – e’ semplicemente un modo di essere

22. La pillola del giorno dopo e la pillola abortiva?

FALSO!

la pillola del giorno dopo e’ contraccettiva (impedisce la fecondazione e si assume entro 72 ore dal rapporto non protetto su prescrizione medica. Esiste anche la pillola “dei 5 giorni dopo” che si assume entro 120 ore dal rapporto non protetto).

La pillola abortiva, il cui nome è Ru486, consiste in realtà di due pillole diverse, viene somministrata in ospedale entro il 49 giorno dall’ultima mestruazione, secondo le procedure previste dalla legge 194/78.

 

*Questo test viene proposto a ragazzi e ragazze in occasione di banchetti informativi organizzati all’aperto sulla salute sessuale e riproduttiva

A cura di: consultorio Ced, consultorio Cemp, Eleonora Cirant, Aneta Derzynska, Silvia Torri

La pillola contraccettiva. In Italia la più sicura non è la più economica

Le pillole contraccettive di terza e quarta generazione sono sotto indagine dell’Agenzia Europea del Farmaco (EMA) per rischio di trombosi venosa e arteriosa.

Eppure, in Italia, un silenzio di pece è calato sull’argomento da quando, a febbraio, l’EMA ha avviato l’indagine in seguito al caso di Marion Larat. La giovane donna francese ha infatti fatto causa alla Bayer dopo essere stata colpita da un attacco cerebrale che l’ha portata in coma e che l’ha lasciata con handicap gravi.

Nuove indagini confermano il doppio di rischio di trombo-embolia, legato all’uso delle pillole più recenti.

E mentre in Francia le donne ritornano alle più sicure pillole di seconda generazione o passano all’uso della spirale al rame (+ 45% in un anno), in Italia le pillole di 3° generazione, nate negli anni ’90, sono le uniche che si possano ottenere gratuitamente in quanto inserite dall’Agenzia italiana del farmaco tra i cosiddetti farmaci di “fascia A“, cioè rimborsati interamente dal sistema sanitario nazionale.

Per quale motivo il farmaco meno sicuro costa meno o è gratuito, mentre quello più sicuro dobbiamo pagarlo?

Per rispondere bisogna addentrarsi nei meccanismi del commercio di farmaci e delle regole che vi sovrintendono. Prima però dobbiamo nominare gli elementi principali di questa vicenda: gli ormoni.

Gli ormoni e le “generazioni di pillole”

3. Gestodene, desogestrel, drospirenone, dienogest, chlormadinone – sono ormoni progestinici che, in combinazione con l’elemento estrogeno, caratterizzano le pillole di terza e quarta generazione. Sono i composti sotto indagine della Commissione di farmacovigilanza dell’Agenzia europea del farmaco (PRAC) insieme ad altri ormoni progestinici che compongono cerotti (norelgestromin) e anello vaginale (etonogestrel).

2. Levonorgestrel – è l’ormone progestinico che entra, sempre insieme all’estrogeno, nella composizione delle pillole contraccetive di seconda generazione. E’ in commercio dal 1972 ma, dopo opportuna riduzione dei dosaggi, rimane il migliore. Gli studi relativi a levonorgestrel lo danno come più sicuro rispetto al rischio di trombosi. Questo ormone non è sotto indagine dell’Agenzia di farmacovigilanza dell’EMA.

3. Cyproterone – è un progestinico, utilizzato con l’estrogeno nella Diane. Benché sia stato soppiantato da altre pillole per la contraccezione, la Diane è stata utilizzata fino ad oggi contro acne e irsutismo (quando la sovrabbondanza di ormoni maschili aumenta la diffusione di peli sul corpo femminile). Per questo motivo il farmaco è a costo zero per le utenti. Anche il cyproterone è stato oggetto di una recente indagine dell’EMA, i cui risultati sono stati  diffusi a maggio 2013: il rischio di trombosi è più alto di quello correlato al levonorgestrel, simile a quello associato a desogestrel o gestodene. In ogni caso, dice l’EMA, i benefici superano i rischi a certe condizioni: cioè che l’acne e l’irsutismo siano davvero – come dicono i medici – “importanti” e che non si siano ottenuti risultati con procedure meno invasive.

La scansione di “prima, seconda e terza generazione” è una convenzione che riguarda l’immissione in commercio delle differenti composizioni di “contraccettivi ormonali combinati” – alias, “la pillola” -, non un criterio scientifico.

La più antica di tutte le pillole risale agli anni Sessanta e conteneva solo estrogeni. Per poterla somministrare, allora, ginecologhe, ginecologi e donne dovevano per forza dire che serviva per combattere brufoli, peli e baffetti. La contraccezione, infatti, è stata illegale fino al 1968.

Prezzi dei farmaci, multinazionale batte donne 1 a 0

Vediamo come si presenta oggi lo scenario. Le pillole con Levonorgestrel sono ancora in commercio, ma non sono rimborsate dal sistema sanitario nazionale. Tra le pillole rimborsate, dunque gratuite per le donne, si può scegliere solo tra quelle che contengono gestodene o desogestrel, associate a 30 mcg (microgrammi) di etinilestradiolo. Se vuoi il levonorgesrtel, devi pagartelo. Fa eccezione la Puglia, che con delibera regionale ha reso gratuita la contraccezione ormonale di seconda generazione (delibera n. 483 del 31/3/2008).

Come funziona il prezzo di un farmaco?

L’Agenzia italiana del farmaco (AIFA) contratta con l’azienda produttrice il prezzo di un farmaco attraverso una serie di passaggi. C’è un organismo che si occupa di questa operazione, la Commissione prezzi e rimborsi. Dopodiché la stessa azienda chiede all’AIFA che il farmaco sia inserito in fascia A, ovvero che sia totalmente a carico del sistema sanitario nazionale. All’esito della contrattazione, il Consiglio di amministrazione dell’Aifa ratifica e l’Ufficio prezzi e rimborsi pubblica in Gazetta ufficiale.

Attenzione, aprite bene le orecchie: solo la ditta produttrice di un farmaco può chiedere l’inserimento in fascia A dello stesso. Non possono farlo, ad esempio, le associazioni di utenti e di consumatori.

Non l’hanno chiesto le Aziende negli ultimi 18 anni per le nuove formulazioni; ma nemmeno l’hanno chiesto per le pillole con il vecchio Levonorgestrel, benché i medici più informati e coscienziosi le preferiscano da tempo.

Ricapitolando: Ditta X + AIFA fissano il miglior prezzo, poi Ditta X decide se chiedere che lo Stato se ne faccia carico. Sarà un caso che i prezzi delle pillole contraccettive rimborsate dallo Stato siano quelle al costo più basso? E se la Ditta X avesse interesse a vendere al prezzo più basso per poter insediare un nuovo prodotto nel mercato, anche se la sua sicurezza non è più che garantita?

Increduli di fronte al conflitto di interessi insito in questo meccanismo, chiediamo lumi a uno dei massimi esperti di farmaci in Italia, Silvio Garattini, scienziato e direttore dell’Istituto di ricerche farmacologiche “Mario Negri”. Il quale conferma: il meccanismo dei prezzi è proprio questo. Dunque se la giocano tra Stato e multinazionali. Di fronte alla nostra espressione sbigottita, Garattini afferma:

“Sarebbe molto importante che enti no profit potessero fare domanda per l’inserimento di determinati farmaci in fascia A. Sarebbe importante che i farmaci essenziali, ben identificati nella tabella dell’Organizzazione mondiale della sanità (OMS), venissero resi accessibili alla pari delle prestazioni previste dai Livelli essenziali di assistenza (LEA).”

E quando gli chiediamo perché mai in Francia l’Agenzia del farmaco francese abbia pubblicato diversi documenti sull’argomento “pericolosità della pillola”, al professore sfugge un sorriso ironico, mentre afferma:

“Lei si stupisce! Ma se in Italia l’Agenzia regolatrice dei farmaci non raccoglie i dati avversi. Nei Paesi sottosviluppati accade così…”

Questa riposta ci mette il gelo addosso, nonostante sia piena estate, per quanto siamo consapevoli che stiamo mettendo il naso in un giro di affari colossale. Come ci ricorda lo stesso Silvio Garattini, tutta la ricerca sui nuovi farmaci è fatta dall’industria.

Vogliamo che siano rimborsate le pillole più sicure

La rimborsabilità delle pillole più sicure è stata richiesta da una conferenza di consenso tenuta a Roma nel 2008 per iniziativa dell’Istituto superiore della sanità su ‘Prevenzione delle complicanze trombotiche associate all’uso di estro-progestinici in età riproduttiva‘ (Una conferenza di consenso è una modalità di confronto di esperti su un determinato argomento, dopo aver condiviso le prove disponibili).

Nei documento prodotti da questa conferenza leggiamo che per ridurre queste rare complicanze non è necessario sottoporre tutte le donne a costosi e imprecisi esami per la trombofilia; basta informare le donne ed incoraggiarle a tornare alle pillole con levonorgestrel (LNG) a basso dosaggio.

Nessuno di questi consigli ha trovato ascolto né da parte delle autorità sanitarie né fra le organizzazioni di medici e ginecologi.

La rimborsabilità delle pillole più sicure è anche la prima delle 5 proposte compilate dall’assemblea Libere di scegliere, che il 9/11/2012 ha riunito a Roma operatrici, operatori, associazioni e singole donne. Una lista di proposte conferita all’Agenzia italiana del farmaco (AIFA) per rendere più accessibile, sicura e libera la contraccezione.

Le pillole più sicure sono anche quelle che costano di più… forse in molti  pensano che il piacere sessuale senza riproduzione debba essere a pagamento? I farmaci sono per curare le malattie! La stessa cosa devono aver pensato la politica italiana bacchettona e molti medici, che pure obiettano alla applicazione della legge 194. Se molte donne sono disposte a pagare 100 euro per una visita ginecologica, possono spenderne 15 al mese per la contraccezione! Poco importa delle famiglie che faticano ad arrivare a fine mese, dove il rischio di gravidanze indesiderate è l’unica cosa che non manca.

Parliamone

In Francia, l’Agenzia di vigilanza (ANSM) rilancia dati aggiornati e conferma l’esistenza di un raddoppiamento del rischio di embolia polmonare con i contraccettivi ormonali di terza generazione rispetto alla seconda generazione e forniscono ulteriori dati sull’effetto della dose di estrogeno.

In Francia, la prescrizione delle pillole di terza e quarta generazione è drasticamente diminuita, anche se il procedimento di revisione da parte dell’EMA è ancora in corso.

In Italia tutto tace.

Tace l’AIFA. Tace la SIGO, la società italiana di ostetricia e ginecologia. Tacciono gli organi di informazione.

Noi parliamo e vorremmo le voci di protesta siano tante.

 

Eleonora Cirant (giornalista) e Pietro Puzzi (ginecologo)

Pagina creata il: 28 luglio 2013 - modificata il 31 luglio 2013