Libere di scegliere. Libere di partorire, abortire, contraccepire

LIBERE DI SCEGLIERE. Libere di partorire, abortire, contraccepire. Linee di indirizzo per la politica italiana Roma, 9 novembre 2012

Queste linee di indirizzo per la politica italiana su aborto, parto e contraccezione sono il risultato del lavoro svolto a Roma nel corso di un incontro nazionale organizzato il 9 novembre 2012 dall’Associazione ANDRIA, società scientifica che si occupa dell’appropriatezza dell’assistenza alla salute delle donne, ed il gruppo di discussione Cerchi.

Andria e Cerchi hanno deciso di promuovere un dibattito partecipato con le/gli operatrici sensibili, le associazioni interessate e le persone che si occupano e/o si interessano di nascita, parto, contraccezione e aborto. Hanno scelto di cercare un confronto con le donne interessate, con le più giovani generazioni attente a tali temi e desiderose di autodeterminarsi nelle scelte di salute.

L’intento della riunione è stato quello di individuare alcuni semplici obiettivi che potessero formare una piattaforma per proposte politiche concrete di cambiamento e di garanzia di maggiore rispetto per le scelte delle donne su parto, aborto e contraccezione; obiettivi concreti per dare una risposta italiana alla negazione dei diritti all’autodeterminazione e alla necessità che le donne riprendano il loro potere sui temi della gestione della salute riproduttiva.raccolgono indicazioni utili e importanti

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Interruzione volontaria di gravidanza domande risposte

INTERRUZIONE VOLONTARIA DI GRAVIDANZA

informazioni a cura dei consultori privati laici della Lombardia

1 – Come si calcolano i giorni di gravidanza?

Si calcolano partendo dal primo giorno dell’ultima mestruazione. Il medico non è in grado di accertare con esattezza la data del concepimento ma solo con un margine di approssimazione, perché non si sa esattamente quando avvenga l’ovulazione.

2 – Hai avuto un rapporto non protetto. Come fai a sapere se sei rimasta incinta?

Per accertare la presenza della gravidanza sono disponibili questi esami:

  • test di gravidanza sulle urine dopo 10/15 giorni dall’ultimo rapporto. Nota bene: l’esame delle urine non rileva la gravidanza prima che siano trascorsi 10-15 giorni dalla data del concepimento. Un’ecografia non può rilevare la gravidanza prima che siano trascorse circa 5/6 settimane (calcolando sempre il primo giorno dell’ultima mestruazione).
  • esame del sangue che misura il dosaggio delle Beta HCG (ormone della gravidanza) nel sangue. Questo esame può essere fatto dopo 7/8 giorni dal rapporto a rischio.

3 – Come si ottiene il “certificato” per l’interruzione di gravidanza?

Devi recarti da un medico (medico di base, ginecologo/a, un consultorio, o qualunque medico). Assicurati prima che non sia obiettore/obiettrice di coscienza. Il medico prende atto sia del tuo stato di gravidanza che della tua volontà di interromperla e lo scrive su un certificato che permette di accedere all’ospedale per prenotare l’intervento.

La legge prevede 7 giorni di riflessione tra il rilascio del certificato e la possibilità di eseguire l’intervento. Nel corso di questi 7 giorni puoi andare in ospedale e prendere appuntamento per l’intervento.

Un ripensamento può comunque avvenire può avvenire in qualsiasi momento.

4 – Dopo i sette giorni dal rilascio del certificato, l’intervento ha carattere di urgenza?

Ogni ospedale pubblico è obbligato a darti assistenza, cioè a farti fare o l’operazione (aborto chirurgico) o ad avviare le pratiche per la somministrazione della RU486 (aborto medico o farmacologico).

Se l’ospedale ti nega la possibilità di abortire o di scegliere come abortire (negandoti la possibilità dell’aborto farmacologico) sta compiendo una illegalità e puoi denunciare l’ospedale per lesione del tuo diritto alla salute. Se vuoi segnalare il caso scrivici.

5 – Liste d’attesa

In tutti gli ospedali esistono delle liste di attesa che vanno da 8 a 30 gg. Dopo aver ottenuto il certificato, è meglio recarsi subito in ospedale per prenotare l’intervento, dove verrà espletato. In molti ospedali milanesi esiste un numero chiuso per accettare le donne, diverso per ogni struttura. Si dà la precedenza alle donne con gravidanze in epoca più avanzata.

6 – Hai tre mesi di tempo (90 giorni) per interrompere la gravidanza con il metodo chirurgico.

Puoi interrompere la gravidanza entro i primi 90 giorni dal primo giorno dell’ultima mestruazione, senza dover chiedere il permesso né dimostrare che proseguire la gravidanza comporta un pericolo per la tua salute fisica o psichica.

7- Come funziona l’aborto chirurgico?

L’intervento chirurgico comporta un ricovero in day hospital. Si entra la mattina presto e si viene dimesse nel pomeriggio dello stesso giorno.

Può essere eseguito in anestesia locale o generale; in quest’ultimo caso si tratta di un’anestesia che non richiede intubazione ma semplice assistenza con mascherina.

Si procede quindi alla dilatazione del collo dell’utero sino a poter accedere alla cavità uterina con una cannula a bordo smusso che, collegata ad un sistema che crea pressione negativa (apirazione), viene delicatamente passata su tutte le pareti della cavità aspirando il materiale presente.

Tempo complessivo dell’intervento tra anestesia e aspirazione 10 minuti circa.

NB. E’ possibile chiedere l’inserimento della spirale (IUD) dopo durante l’intervento. Per quanto riguarda la città di Milano, attualmente è possibile solo per le donne che effettuano IVG presso l’ospedale S. Carlo.

8 – Hai 63 giorni di tempo per interrompere la gravidanza con il metodo farmacologico

I giorni si calcolano a partire dal primo dell’ultima mestruazione.

Nessun ospedale ti può negare di interrompere la gravidanza con il metodo farmacologico, se sei nei tempi prescritti, né ti può imporre un ricovero ospedaliero. Ogni ostacolo in questo senso è una violazione del tuo diritto alla salute

Le linee di indirizzo ministeriali di luglio 2020 prevedono che l’aborto farmacologico sia somministrato in day hospital (viene quini abolita l’indicazione del ricovero di tre giorni). Inoltre prevedono che i farmaci possano essere prescritti anche dai consultori. In molte regioni però questa indicazione ministeriale non è stata recepita e per cui i farmaci sono reperibili sono in ospedale. 

9 – Come funziona l’aborto farmacologico?

Il primo giorno il personale medico ti somministra il mifegyne (mifepristone) in un’unica dose per via orale. Il farmaco provoca il distacco dell’embrione, la diminuzione del livello di Beta HCG, la dilatazione e ammorbidimento della cervice uterina. Due giorni dopo assumerai altre compresse che contengono prostaglandine, per favorire l’espulsione dei tessuti embrionali. In questa fase potresti avere bisogno di antidolorifici.

Circa due settimane dopo aver assunto le prostaglandine devi effettuare una visita di controllo per verificare l’avvenuta e completa espulsione del prodotto del concepimento e dei suoi annessi.

10 – Se vuoi interrompere la gravidanza dopo il terzo mese (90 giorni)

Per interrompere la gravidanza dopo i primi 90 giorni dalla data del concepimento (calcolando sempre dal primo giorno dell’ultima mestruazione) è necessaria una dichiarazione di un medico specialista che riferisca la patologia della donna o del nascituro, oppure di uno psicologo/psichiatra nel caso in cui la sofferenza collegata alla prosecuzione della gravidanza sia di tipo psicologico. L’aborto dopo il terzo mese è definito dalla legge “terapeutico”.

Nella maggioranza dei casi, l’aborto terapeutico è dovuto al rilevamento di gravi malformazioni fetali, “che determinino un grave pericolo per la salute fisica o psichica della donna” (art. 6 legge 194/78).

In Italia potresti incontrare molte difficoltà e ostacoli nell’attuazione dell’aborto terapeutico, benché ricevere assistenza e poter attuare l’interruzione della gravidanza sia un tuo diritto.

11 – Se sei minorenne

Se hai meno di diciotto anni, per l’IVG è necessario l’assenso di tutte e due i genitori, se hanno la patria potestà congiunta, o dell’unico genitore che ha la patria potestà esclusiva.

Se viene a mancare il consenso di entrambi i genitori puoi ricorrere al giudice tutelare che dia parere favorevole all’interruzione della gravidanza da te richiesta (ad esempio, se vuoi interrompere la gravidanza ma non vuoi dirlo ai tuoi genitori, oppure non vuoi dirlo a uno dei due). In questo caso devi recarti in cosultorio che, oltre al certificato (v. punto 3), ti rilascia una relazione con i motivi della tua richiesta, da presentare al giudice.

Infatti la legge stabilisce che nei primi novanta giorni, quando vi siano seri motivi che impediscano o sconsiglino la consultazione delle persone esercenti la potestà o la tutela, oppure queste, interpellate, rifiutino il loro assenso, il consultorio o la struttura socio-sanitaria rimette entro sette giorni dalla richiesta una relazione al giudice tutelare del luogo in cui esso opera.

Con questi documenti devi recarti presso la Procura del tribunale in cui opera chi rilascia il certificato. Il giudice tutelare può autorizzarti a effettuare l’interruzione della gravidanza. L’atto del giudice tutelare non è soggetto a reclamo.

12 – Posso chiedere l’interruzione di gravidanza in un ospedale privato convenzionato?

In Lombardia gli ospedali privati convenzionati non praticano interruzioni di gravidanza anche se la legge 194 lo consente. Una legge (DRG Deliberazione Regione Lombardia n. 2594 dell’11 dicembre 2000) prevede “l’obiezione di coscienza di struttura”. Grandi ospedali come, ad esempio, l’Humanitas di Rozzano, non praticano le IVG perché tutti i medici sono obiettori.

13 – L’intervento è a pagamento?

No. Sia l’intervento che la somministrazione della RU486 sono gratuiti per tutte, comunitarie ed extracomunitarie. Le comunitarie senza assistenza sanitaria nel proprio Paese (bulgare e rumene) devono ottenere un codice CSCS (Comunitario Senza Copertura Sanitaria), di pertinenza dell’Asl: vi consigliamo in questo caso di andare al consultorio pubblico.

13 – No all’interrogatorio, sì all’ascolto

Nessuno ha il diritto di interrogarti riguardo alla tua scelta. Ma tu hai il diritto di essere ascoltata, nei modi e nei tempi che senti appropriati. In consultorio puoi trovare la persona adatta per avere un colloquio di approfondimento delle motivazioni e di informazione, come previsto dalla legge.

La decisione finale spetta comunque sempre alla donna, nessuno può contrastare la sua volontà.

DOMANDE E RISPOSTE INTERRUZIONE DI GRAVIDANZA (SCARICA IL PDF)

Redazione testo a cura di AIED, CED, CEMP, CPD (E. Cirant, C. Fallanca, D. Fantini, S. Mantegazza, M. Mariani, A. Repossi, P. Biraghi, F. Sibilio)

 

 

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Pillola contraccettiva e rischio trombosi

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La riproduzione e l’IVG in Italia tra etica e scienza

L’associazione Blimunde in collaborazione con il Corso di Ostetricia dell’Università degli Studi di Milano organizza un seminario su salute riproduttiva e aborto, con particolare riferimento all’interruzione di gravidanza e all’obiezione di coscienza in Italia.

La riproduzione e l’IVG in Italia, tra etica e scienza: uno sguardo socio-antropologico
10 Dicembre 2012 – h 17.30-19.30, AULA B – Clinica Mangiagalli Via Commenda, 12 – Milano

Verranno discussi i dati sull’interruzione volontaria di gravidanza tra le donne italiane e le donne straniere residenti nel nostro paese e saranno presentati i risultati di ricerche qualitative su alcuni dei temi che sono al centro del dibattito – l’interruzione volontaria di gravidanza, l’obiezione di coscienza, la sindrome post-aborto – a partire dalla prospettiva delle/gli operatrici/tori di salute e delle/dei militanti del movimento per la vita.

LAIGA commenta la Relazione annuale sulla legge 194

Pubblichiamo la lettera aperta che LAIGA (Libera associazione italiana ginecologi per l’applicazione della legge 194) ha inviato al Ministro sulla relazione al Parlamento sullo stato di applicazione della legge 194.
LAIGA denuncia che “l’attuale Ministro, a fronte di una assoluta drammaticità della situazione, non si limita a riferire i dati, ma li inserisce in un contesto ideologico inaccettabile” e sottolinea la non coincidenza tra i dati raccolti dal Ministero e quelli raccolti dalla Associazione.

Gentile Signor Ministro,

Le scriviamo con la convinzione di meritare tutta la Sua attenzione, dal momento che la nostra associazione, LAIGA (Libera Associazione Italiana dei Ginecologi per l’Applicazione della legge 194), raccoglie quella piccola parte dei ginecologi italiani cosiddetti “non obiettori”, cioè quegli operatori che, pur fra mille difficoltà,  si fanno carico di applicare una legge dello Stato.

Abbiamo recentemente svolto un monitoraggio dello stato di applicazione della legge 194 nel Lazio, che ci ha confermato la sensazione dell’esistenza di uno scollamento fra i dati ufficiali contenuti nella relazione al Parlamento del precedente Ministro della Salute, e i dati  reali da noi raccolti. Purtroppo, siamo costretti a riferirci ai dati della relazione del 2011 – relativi all’anno 2010 – perché Lei, nonostante la legge La impegnasse a presentare la relazione entro febbraio, ad ottobre non l’ha ancora fatto.

Le ricordiamo che si tratta di un atto dovuto, non soltanto per obbligo di legge, ma anche per la salute riproduttiva, che dovrebbe essere uno degli obiettivi prioritari del Suo Governo; la relazione di quest’anno è peraltro particolarmente importante, perché dovrebbe riportare anche i dati relativi all’aborto farmacologico in Italia.

I dati in nostro possesso, seppur frammentari, parlano di differenze enormi tra le varie Regioni riguardo la possibilità di utilizzo di questa metodica: in molte parti del nostro Paese, infatti, è ancora praticamente impossibile accedere all’aborto farmacologico.

Eppure non si tratta di un capriccio: poiché l’aborto farmacologico viene praticato in epoche gestazionali precoci (entro la settima settimana), e poichè l’incidenza di complicazioni è tanto minore quanto più precoce è l’epoca gestazionale, permettere l’accesso a questa metodica è un’azione a tutela della salute delle donne.

A questo proposito, in tempi di crisi economica e di “spending review”, Le  proponiamo un argomento di riflessione, che speriamo possa tradursi presto anche in “agire” di governo: nel nostro Paese (con l’eccezione dell’Emilia Romagna e dell’Umbria) l’aborto farmacologico viene eseguito in regime di ricovero ordinario (cioè si occupa un posto letto per tre giorni!), in acritica osservanza di un parere del Consiglio Superiore di Sanità, che ha volutamente ignorato i dati riportati dalla letteratura scientifica internazionale nonchè le pluridecennali esperienze sanitarie degli altri Paesi.

Le facciamo notare che la scelta di eseguire l’aborto farmacologico in regime di Day Hospital abbrevierebbe i tempi di attesa, ridurrebbe l’incidenza di possibili complicazioni, e permetterebbe di ridurre notevolmente i costi per il nostro Sistema Sanitario Nazionale, con un più razionale utilizzo dei posti letto.

Siamo certi che Lei, Ministro di un Governo “tecnico”, vorrà raccogliere questo nostro appello e vorrà incontrare con sollecitudine i “tecnici” che operano nella Sanità pubblica, per analizzare e risolvere le criticità di questo delicato settore.

IVG medica e chirurgica in Puglia Basilicata e Calabria

Il 24 settembre a Canosa di Puglia si svolge il convegno IVG medica e chirurgica in Puglia, Basilicata e Calabria. Stato dell’arte e Tutela dei diritti, organizzato su queste premesse:

Oltre tre decenni non sono bastati per fare della “194” una legge interamente compiuta. Ad ogni azione innovativa ha fatto da contraltare una reazione restauratrice e punitiva dei diritti e delle libertà delle donne. L’obiezione di coscienza si è rivelata un’arma per sabotare i diritti, oltre che delle donne, anche dei professionisti.
La costituzione della Laiga, dopo 30 anni, nasce in questo contesto. Fare il punto sullo stato di attuazione non vuole e non deve essere il report di una ennesima sconfitta, ma una ripartenza che conduca al pieno riconoscimento dell’autodeterminazione della donna e alla salvaguardia dei pochi e convinti difensori della legge 194 in Italia, coinvolgendo territorio ed Ospedale in egual modo.

 

Relatori e moderatori:

Silvana Agatone – Roma :: Nehludoff Albano – Bari :: Emilio Arisi – Trento :: Rosetta Rita Barretta – Crotone :: Antonio Belpiede – Canosa di Puglia (BT) :: Eleonora Cirant – Milano :: Maria Rita Corina – Matera :: Francesco De Santo – Cetraro (CS) :: Giovanni Fattorini – Bologna :: Tommaso Fiore – Bari :: Filomena Gallo – Roma :: Rosa Guagliardo – Cassano Murge (BA) :: Marida Leuzzi – Bari :: Antonio Masciandaro – Bari :: Maria Celeste Nardini – Bari :: Gabriella Pacini – Roma :: Mirella Parachini – Roma :: Giovanni Perilli – Bari :: Caterina Policaro – Potenza :: Michele Ruggiero – Trani :: Giovanna Scassellati Sforzolini – Roma :: Anna Selvaggi – Matera :: Angela Spinelli – Roma :: Marina Toschi – Perugia Emanuela Turillazzi – Foggia :: Silvio Viale – Torino

Organizzano: AGITE, AOGOI, AIDE, LAIGA, SMIC, UN DESIDERIO IN COMUNE
Patrocini richiesti: REGIONE PUGLIA, REGIONE CALABRIA, REGIONE BASILICATA, ARES PUGLIA

Sala Convegni c/o Unioneffe (Ce.di.far.me) Via Moscatello, n. 1 76012 Canosa di Puglia (BT) Tel. 0883/662774.

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