Vi proponiamo l’indagine sul numero e sul livello qualitativo dei punti nascita realizzata nell’ambito della Commissione parlamentare di inchiesta sugli errori in campo sanitario e sulle cause dei disavanzi sanitari regionali.

Le cronache degli ultimi anni e le analisi formulate da esperti ed istituzioni disegnano da tempo il quadro di un Paese che nel suo complesso (e soprattutto nel Mezzogiorno) presenta un numero molto grande, e a volte eccessivo rispetto alla popolazione interessata, di punti nascita non sempre adeguatamente attrezzati. La conseguenza è che in alcune di queste strutture viene effettuato un numero di parti molto limitato.

Ciò porta in alcuni casi il personale in essi impiegato, sia medico che non, a non avere i necessari standard di professionalità e a non godere dell’adeguato supporto tecnologico.  Da tali considerazioni è emersa l’esigenza di un’analisi corroborata da dati e fatti concreti. Solo in tal modo, infatti, è possibile cercare soluzioni efficaci che – quando si parla di sanità e ancor più del momento che sta al culmine del percorso nascita – siano in grado di coniugare la salute dei pazienti con la salvaguardia della professionalità dei medici e del personale sanitario.

E’ stata questa la ragione che ha motivato la Commissione parlamentare di inchiesta sugli errori in campo sanitario e sulle cause dei disavanzi sanitari regionali ad avviare uno specifico filone di indagine sui punti nascita. In particolare all’origine di questo lavoro vi era l’idea di individuare risposte ai seguenti punti:

  • quantificare i posti letto accreditati nei diversi punti nascita;
  • quantificare i parti e i tagli cesarei effettuati;
  • quantificare i medici e le ostetriche presenti nelle 24 ore;
  • verificare la presenza o meno di reparti di neonatologia e terapia intensiva neonatale

Indagine punti nascita – Commissione parlamentare di inchiesta 2011.